Rigoberto URAN. 10 e lode. Si regala il “triplete”, una tappa in tutti e tre i Grandi Giri. Si regala la vittoria numero 15 in carriera, la numero 8 stagionale per una EF che ha i conti in rosso, nonostante la maglia rosa. Oggi il 35enne colombiano, atleta simpatico e amatissimo, vive una giornata di gloria e si regala una perla di rara bellezza. Premio canguro di giornata: dall’11° posto al 9°, a 9 minuti e mezzo dalla maglia rossa Evenepoel.
Quentin PACHER. 8. Il 30enne della Groupama assapora la vittoria, ma Rigoberto oggi ha un altro passo e il francese non passa.
Jesus HERRADA. 7. Lo spagnolo della Cofidis sullo strappo finale fa una volatona al limite dell’umano e il limite si rivelerà invalicabile.
Marc SOLER. 6. È uno degli uomini più attesi per il successo finale, ma la corsa gli resta nelle gambe.
Alessandro DE MARCHI. 7. Il rosso di Buja sale di condizione e anche in questa tappa fatta di tanti su e giù, sale bene. Il corridore della Israel Premier Tech) entra nella fuga di giornata con Jesus Herrada (Cofidis), Rigoberto Uran (EF), Quentin Pacher (Groupama FDJ), Lawson Craddock (Bike Exchange), Kenny Elissonde (Trek Segafredo), Marc Soler (UAE), Elie Gesbert e Simon Guglielmi (Arkea Samsic), Clement Champoussin e Bob Jungels (Ag2r Citroen), Gino Mader e Fred Wright (Bahrain Victorious). Si fanno tutti una tappa al vento, ma nessuno riesce a soffiar loro il successo finale.
Remco EVENEPOEL. 13. Strada spianata? Forse sì, a questo punto è probabile che per il talento belga della Quick-Step la strada sia in discesa. Adesso il piccolo prodigio belga ha 2'01'' di vantaggio in classifica generale su Enric Mas, mentre il terzo è Juan Ayuso con 4'49''. Giochi finiti? Certo che no, ma è chiaro che la strada per arrivare a Madrid è più che agevole. Fin qui era stato chiaramente il più forte, con il ritiro dello sloveno è chiaramente anche fortunato.
Miguel Angel LOPEZ. 5,5. In un finale esplosivo, Superman perde 9”. Così come Carlos Rodriguez (Ayuso 2”). Dettagli, che per il momento non fanno la differenza ma potrebbero dire qualcosa di non detto. Fin qui.
Primoz ROGLIC. 17. Che botta! L’avevamo già visto ieri. È vero che i corridori hanno tutti sette vite come i gatti, ma quella di ieri non è stata per niente una caduta agevole. Di agevole, adesso, c’è solo la strada che condurrà Evenepoel da qui a Madrid, mentre per Roglic c’è l’amarezza di aver soltanto abbozzato quello che aveva in mente di fare in questo finale di corsa e noi appassionati possiamo solo immaginarlo con rimpianto.