Professori e studenti, campioni e ministri, imprenditori e giornalisti, dottori e appassionati, tutti riconoscenti e ammirati. Giuseppe Saronni, Gianni Bugno, Gianni Motta, Fabio Capello, Beppe Marotta, Norma Gimondi, Marino Vigna, Michele Dancelli, Davide Boifava, Mauro Vegni, Stefano Allocchio, Renato Di Rocco, Giovanni Mantovani, Dino Zandegù, Alfredo Bonariva e Cordiano Dagnoni sono solo alcune delle 400 persone che oggi hanno festeggiato Ernesto Colnago all'Università Bocconi di Milano. Il maestro della bicicletta oggi ha compiuto 90 anni, portati splendidamente, ed è salito in cattedra con la sua licenza elementare e una laurea guadagnata sulle strade del mondo nell'Arena del Bocconi Sport Center.
A dare il benvenuto ai presenti il rettore Gianmario Verona che ha colto la fortunata intuizione di Marco Pastonesi: «Colnago è un grande innovatore. Tecnologia e sport per un'università di scienze sociali come la nostra sono dei capisaldi, averlo tra noi nell'anno in cui abbiamo inaugurato il nostro sport center è un privilegio che non potevamo lasciarci sfuggire».
A spiegare la particolare location per questo compleanno speciale il docente Tito Boeri, ciclista praticante: «In sala sono presenti i miei studenti di Economia del lavoro e risorse umane perchè abbiamo tanto da imparare dalla storia di Ernesto: cogliere l'attimo, come fece quando sistemò la bici di Fiorenzo Magni, che rappresentò la svolta della sua vita; fare squadra; imparare facendo e con passione, perchè se ti piace quello che fai riesci a sacrificarti molto di più. Queste sono lezioni che si imparano solo con l'esperienza. Oggi voglio ricordare gli auguri che gli fece un altro grande imprenditore, Giorgio Squinzi, che in un biglietto anni fa scrisse: “Buon compleanno Ernesto, complimenti per l'esperienza”».
Da remoto è intervenuto il ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, anche lui ciclista appassionato: «Sono legato ad Ernesto dalle 3 biciclette che ho e adoro, oltre che da un'ammirazione smisurata. In lui vivono due persone: l'artigiano in grado di unire il bello all'utile, ma anche il fanciullo entusiasta. Riesce a passare da una spiegazione super tecnica a un racconto eroico, sempre con gli occhi che gli si illuminano. Si cambia con pazienza e determinazione. La bici insegna a gestirti, a non mollare mai e succede spesso che il tutto accada in armonia con le persone con cui ti trovi. A me serve per staccare, pedalare è un'attività quasi fisiologica, che mi fa stare bene. “Perchè no?” dovremmo dircelo sempre, sia come individui che come società. Spesso ci limitiamo, Ernesto ci insegna a non porci freni. Auguri Ernesto, la prossima bici me la darai tu quando festeggerai i 100 anni».
Non è mancato il messaggio dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi di cui è nota la frase “in bicicletta si sale con i problemi, si scende con le soluzioni”: «Mi fa piacere festeggiare Ernesto per i suoi primi 90 anni. In lui c'è un artista e un artigiano, ha fatto del suo mestiere qualcosa di unico al mondo, restando fedele al suo paese, restando sempre a Cambiago. Gli auguro di continuare a vedere la sua impresa che cresce, i suoi campioni che vincono, i suoi collaboratori che gli stanno vicino».
Luca di Montezemolo scherzando ha detto che Ernesto ci ha “fregati” tutti: «Ne festeggia 80, altro che 90 (ride, ndr). Ricordo quando negli anni Ottanta si presentò da Enzo Ferrari e dalle loro intuizioni nacque il primo telaio in carbonio, la prima forcella dritta e tanto altro. Due cose avevano in comune: una grande passione e una straordinaria determinazione. Nel DNA di Ernesto c'è l'innovazione, rappresenta l'imprenditore che si è fatto da sé, vincendo tantissime gare, da Merckx a Pogacar, e ha determinato la cronologia della bicicletta. Ha affermato un nome nel mondo».
Parola quindi a Giuseppe Saronni, tra i suoi corridori quello che più si è avvicinato a un figlio, che si commuove snocciolando un aneddoto dopo l'altro: «Ernesto mi ha insegnato tantissimo, su tutto che la stretta di mano vale più di un contratto, che ogni promessa è debito, che la famiglia è sacra. La prima volta che l'ho visto avevo 17 anni, ero dilettante, il fratello Paolino mi prese le misure, dal suo ufficio e dai suoi suggerimenti rimasi incantato. Ernesto per me non è solo il costruttore di biciclette che ha reso la bici quello che è oggi ma è un papà, un amico, un consigliere».
Dopo l'augurio della sindaca di Cambiago Maria Grazia Mangiagalli, il “Cellini della bicicletta”, come lo aveva definito Gianni Brera, ha risposto alle domande del direttore di tuttoBICI Pier Augusto Stagi e del vicedirettore de La Gazzetta dello Sport e direttore di Sportweek Pier Bergonzi. Tanti i ricordi di una vita che scorrono uno dopo l'altro e riassumiamo in poche parole. Semplici ma efficaci come è Ernesto Colnago, da 90 anni a questa parte: «Non c'era miglior posto della casa del Bocconi Sport Team per celebrare la mia storia. Sono figlio di contadini e me ne vanto, oggi mi definite “magnifico” come un rettore d'università e io mi commuovo. Ho passato la vita a costruire biciclette, è l'unica cosa che so fare. La storia non si compra, si fa, con amore».
Buon compleanno Ernesto e grazie di cuore da tutto il mondo della bicicletta.
foto Carlo Monguzzi