Interpellato in merito al contenuto degli articoli comparsi sulla stampa nei giorni scorsi, Remo Mosole dichiara che «Si tratta di polemiche inutili. Non credo che l’Italia possa rinunciare a completare la costruzione del Velodromo di Spresiano, un’opera strategica per la sua collocazione per il ciclismo italiano e internazionale. Ricordo, infatti, che il Velodromo di Spresiano si trova in una posizione privilegiata, all’intersezione tra la A27 e la Pedemontana Veneta. È un’opera che, per le sue caratteristiche di omologazione internazionale e per la sua posizione, è a servizio dei ciclisti di quattro nazioni, vale a dire Italia, Slovenia, Austria e Svizzera».
Per queste ragioni Remo Mosole è convinto che, chiarite già da mesi tutte le problematiche insorte a causa del concordato della Pessina Costruzioni, «Ora si debba procedere con celerità a far ripartire i lavori. Sono convinto che la determinazione e la caparbietà del Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali, una persona vincente, abituata a superare tutti gli ostacoli e a vincere battaglie importanti, permetterà di concludere quanto prima l’opera, che sarà un gioiello per il ciclismo italiano».
Sulla questione economica Remo Mosole ha le idee chiare: «Non è possibile che non ci siamo i soldi per finire l’opera. Anche perché se il ciclismo italiano non è capace di finire il Velodromo di Spresiano, allora vuol dire che non sarà capace di realizzare nessun altro velodromo. Da quello che so la Federazione ha prenotato i mondiali per il 2026 e quella competizione si può fare solo in un velodromo come quello di Spresiano».
«In questi giorni - conclude Remo Mosole - sono stato tempestato di telefonate di ciclisti e appassionati di tutta Italia e, in particolare, della nostra Regione, tutti indignati dalle notizie apparse sulla stampa. Sono certo che i veneti sapranno ancora una volta dimostrare di essere gente seria, lavoratrice e di parola! La politica nazionale e locale dia fiducia e sostegno ai tecnici che stanno lavorando per far ripartire i lavori a Spresiano. Le polemiche di questi giorni non hanno alcun fine costruttivo e fanno male solo al ciclismo e al Veneto».