Musi lunghi in casa azzurri: la consapevolezza di aver dato il massimo, non è sufficiente a compensare la delusione per il risultato finale, almeno nelle prime dichiarazioni raccolte a caldo.
Diego Ulissi aggiunge: «È stato un mondiale molto tirato, non ci voleva la caduta all’inizio, ci ha complicato un po' le cose. Dopo la prima azioen di Evenepoel abbiamo dovuto rincorrere, ma poi siamo riusciti a riprendere in mano le redini della corsa e ci siamo comportati molto bene».
Andrea Bagioli spiega: «Tanto lavoro per me oggi con una buona gamba, ho provato ad attaccare con Evenepoel, poi quando si è formato il gruppo dei 17 ho provato a dare una mano alla squadra fino a quando mi sono venuti i crampi. Alaphilippe? Mi ha sorpreso, sono sincero. Ma oggi ha mostrato la sua classe, vincere due mondiali in solitaria non è proprio da tutti. Certo, sarebbe stato meglio se avesse vinto un compagno di nazionale...»
Laconico Gianni Moscon: «Siamo stati sfortunati, poi ci sta anche che non fossimo al top, ma perdere un corridore come Matteo è stato un problema grave».
Sonny Colbrelli è il primo ad accettare di parlare: «Abbiamo dormito all’inizio, poi abbiamo chiuso, peccato per la caduta di Trentin e Ballerini che potevano essere molto utili nel finale. Alla fine dovevo curare tutti, guardi uno e guardi l'altro, ci hanno messo in mezzo e io o seguo Van Aert o Van der Poel, alla fine sono andati via Alaphilippe e gli altri, mi girano le scatole perché avevo grandi gambe. Ringrazio tutti i compagni di squadra per quello che hanno fatto oggi, confesso che mi sarebbe piaciuto chiudere la stagione in un modo diverso».
Sonny Colbrelli è deluso da questo Mondiale, lui decimo assoluto è stato il migliore dei nostri azzurri, un risultato che il bresciano fatica ad accettare, perché era uno dei favoriti per la vittoria. «Purtroppo la caduta all’inizio con Trentin e Ballerini si è fatta sentire, avrebbero potuto essere determinanti negli ultimi chilometri. Alla fine ho avuto Bagioli e Nizzolo che avevano già lavorato prima e Nizzolo mi aveva detto che non si sentiva bene».
Quello in Belgio è stato un Mondiale combattuto dall’inizio alla fine e Colbrelli ha sicuramente dato tutto senza risparmiarsi. «Dietro tirava sempre il Belgio e io ho fatto la corsa su Van Aert. Avevo già seguito Alaphilippe in uno dei suoi attacchi, anche perché nessuno di noi aveva ben capito quali erano le sue intenzioni. Poi alla fine tutti abbiamo visto che andava in un modo diverso ed è arrivato alla vittoria in quel modo incredibile».
E ancora: «Bisogna fare i complimenti a chi ha vinto, perché è stato il più bravo, ha fatto un numero straordinario. In corsa le sensazioni erano buone, ero sempre davanti e anche quando la gara si è accesa ero sempre nelle prime posizioni. Naturalmente non si può sempre vincere e il ciclismo come ogni sport, non può darti sempre la vittoria Da questa corsa ho capito che anche io posso competere con i grandi. Oggi è stata una corsa durissima e solo chi aveva le gambe poteva stare davanti e io sono sempre stato nelle prime posizioni».
Un Mondiale da record per partecipazione e la polizia locale ha calcolato un milione e mezzo di spettatori sulle strade e anche la televisione ha fatto record di ascolti, collocando questo corsa ai primi posti in assoluto: «Sapevo di essere nel mirino per questo Mondiale, ho scollegato tutti i social ed ero sereno e correre con tutta questa gente è stato bellissimo, mi sarebbe piaciuto un risultato diverso, anche per tutte quelle persone che facevano il tifo per me». La stagione di Sonny Colbrelli non è finita e lo rivedremo il prossimo fine settimana, con la maglia di Campione Europeo sulle strade della Parigi-Roubaix. «Sarà l’ultima corsa della stagione e anche se questo Mondiale non è andato come speravo, continuerò a fare bene fino alla fine. Quindi anche alla Roubaix non regalerò niente a nessuno e darò il massimo come in ogni corsa».