Nella Trek-Segafredo i gradi di capitano alla Vuelta saranno indossati da Giulio Ciccone. «Correre per la prima volta la Vuelta è un’esperienza bellissima che mi mancava e per questo mi mette ancora più voglia di provare queste nuove strade, nuovi arrivi e nuove montagne».
La Vuelta in questo 2021 vedrà il via domani da Burgos e arriverà a Santiago de Compostela il prossimo 5 settembre. Ci saranno salite inedite e traguardi nuovi, che renderanno la corsa non facile da interpretare.
«È una gara che mi piace molto perché quest’anno in particolare sarà veramente imprevedibile. Insieme al mio preparatore abbiamo studiato bene come affrontare queste tappe nuove e in particolare i vari sforzi che dovremo fare. Mi piace non poter immaginare come sarà una corsa. Do sempre il mio massimo e qualche volta correre con quel filo di incognita e incoscienza è una cosa che mi piace molto».
Giulio si prepara ad una attesa prima volta. «Nel 2019 avevamo già in programma di andare alla Vuelta, poi ci furono dei cambiamenti all’ultimo momento e sono andato al Tour de France. Quindi l’idea di venire a questa corsa con la possibilità di essere il leader era già nei piani della squadra da tempo, l’abbiamo portata avanti e questo è l’anno buono per me».
La stagione non è stata facile per Ciccone che, dopo le difficoltà al Giro d’Italia, si è preparato per le Olimpiadi di Tokyo dove ha fatto parte della squadra che ha rappresentato l’Italia nella corsa in linea.
«L’avvicinamento a questa gara non è stato lineare, perché ho corso tanto e nella preparazione c’è stata anche una piccola deviazione per andare alle Olimpiadi di Tokyo. La mia condizione è sicuramente buona, ma questo è anche un periodo particolare della stagione e non è paragonabile alla preparazione di un Giro dove sei all’inizio e quindi molto più fresco».
Giulio Ciccone ha spiegato che per essere competitivi bisogna partire da una giusta preparazione fisica, ma che anche la testa gioca un ruolo importante nella riuscita di una corsa. «Di base deve esserci una buona preparazione per affrontare 3 settimane di corsa che non sono mai facili. Nei grandi giri non esiste mai un vero giorno di riposo e anche la classica tappa di pianura può diventare più difficile di una frazione di montagna. Poi anche la testa ha il suo ruolo importante, perché bisogna rimanere sempre lucidi e calmi e non lasciarsi innervosire dalle varie situazioni, in particolare quando non serve».
L’abruzzese è sereno e non sente il peso della responsabilità di leader. Conosce bene le sue possibilità e sa quali sono i suoi obiettivi, che non cerca mai di mancare.
«Le responsabilità non mi preoccupano più di tanto, perché in squadra il nostro modo di correre e l’impegno è rimasto sempre lo stesso e sappiamo che non dobbiamo cambiare mai troppo le abitudini. L’unica abitudine che devo cambiare è risparmiare un po’ di più e attaccare un po’ di meno. L’obiettivo sarà quello che ho seguito al Giro d’Italia, vivere giorno per giorno sapendo che l’obiettivo è quello di arrivare in alto in classifica, cercando di risparmiare il più possibile ed essere presente quando serve. Sarà un’esperienza importante e una grande occasione da sfruttare e io voglio farmi trovare pronto e spero di essere all’altezza».