Manuele Tarozzi è uno di quei ragazzi che ha pagato a caro prezzo l’anno di pandemia mondiale. Il 2020 rappresentava l’anno ideale per guadagnarsi il passaggio tra i professionisti, nonché l’ultimo da U23, ma lo stop gli ha tarpato le ali e la categoria dilettantistica è quella che ne è uscita peggio, con tante gare nemmeno recuperate. Romagnolo di Faenza, classe 1998, non è un cannibale dal punto di vista delle vittorie, ma ha un buon motore e lo sta dimostrando soprattutto in queste settimane. Il suo nome è balzato agli onori delle cronache quando ha conquistato il 15° posto al Campionato Italiano di Imola coi professionisti, passando la giornata in fuga e tenendo le ruote di atleti molto quotati. Un paio di settimane fa, poi, ha vinto il Giro delle Due Province a Marciana, battendo il neo-campione italiano Gabriele Benedetti, e 8 giorni dopo si è piazzato secondo al GP di Montegranaro.
«Sto veramente bene in questo periodo, da quando sono dilettante non ero mai andato così forte, forse solo due anni fa quando avevo fatto secondo alla Piccola Sanremo – spiega Tarozzi a tuttobiciweb -. Ma non ero mai riuscito a tenere il picco di forma così a lungo, forse sono maturato fisicamente, sono uscito bene dal Giro d'Italia U23, oppure dopo il buon piazzamento al Campionato Italiano professionisti mi è scattato qualcosa nella testa».
Nel 2019 vinse il Giro delle Valli Aretine, il Piccolo Giro dell’Emilia e una tappa del Giro di Nuova Caledonia; il passaggio coi grandi sembrava ormai una formalità, ma due anni dopo veste ancora la maglia del team #inEmiliaRomagna, che definisce essere «un onore e una responsabilità, perché porti in giro il nome della tua regione e le persone ti riconoscono».
«Da qui a fine anno non ho gare particolarmente importanti, perché sono tutte riservate agli U23 e io purtroppo sono Elite – continua Tarozzi -. L'anno del covid mi ha un po' fregato e ora passare professionista non è facile. Quando da junior sono diventato U23 in tanti mi dicevano 'vai tranquillo, senza fretta', e invece non è vero perché finché sei un secondo o terzo anno le squadre ti guardano in una certa maniera, se vai oltre perdi appeal. Sinceramente, comunque, non ho grossi rimpianti, perché due anni fa sono andato forte, ho ottenuto tre vittorie e un secondo posto di prestigio a Sanremo. Eppure, se ci ripenso, mi dico che non ero ancora pronto per passare professionista, ritenevo di essere troppo giovane, non avevo la mentalità giusta. Il salto me lo sarei dovuto conquistare l'anno scorso, ma il covid si è messo di mezzo».
Per un elite passare professionista non è cosa semplice, e più avanti si va più si complica, soprattutto ora che il ciclismo va in cerca dei teenagers. «Qualche movimento c'è, qualcuno ha dimostrato interesse dopo il Campionato Italiano, ma al momento non c'è nulla di concreto. Un altro anno da elite non credo lo sopporterei, perché non avrebbe nessun senso, e ad un Piano B oltre al ciclismo non voglio pensarci. Farò di tutto per passare, la gamba è buona e proverò a raccogliere quanto più possibile nelle prossime settimane». Chi investe su Tarozzi, investe su un corridore che deve ancora scoprire i suoi limiti: «Non so che corridore sono. In salita vado bene, ma a Marciana, per esempio, ho vinto nonostante ci fossero meno di mille metri di dislivello, anche se c'era un grande vento laterale. Mi difendo un po' dappertutto, ma non saprei inserirmi in una determinata tipologia di corridore».
La bicicletta è una passione di famiglia: «Vengo da una famiglia di ciclisti, mio papà, mio zio, mio cugino, mia sorella, i cugini di mio papà, tutti andavano o vanno in bici. Quindi quando c'era da scegliere uno sport non ho avuto grandi dubbi. Mi piacerebbe un giorno correre il Giro d'Italia, magari vincere una tappa, perché vincere la classifica generale lo vedo un po' proibitivo».
Giù dalla bicicletta la sua passione non è di quelle ordinarie: «Faccio giochi di magia con le carte. Sto imparando, mi ha sempre incuriosito, mi esercito coi miei compagni di squadra. Non è facile, ma mi piace». E quindi chissà se nel 2022 il gruppo professionistico avrà il suo mago…
(foto copertina di Massimo Fulgenzi, foto Marciana di Valerio Pagni)