Per la prova in linea delle Olimpiadi di Tokyo, la nazionale olandese punterà tutto su Bauke Mollema, il corridore della Trek-Segafredo che all’ultimo Tour de France ha conquistato una vittoria di tappa dopo una fuga. «Punto molto su queste Olimpiadi – ha detto Mollema -, da quando è stato svelato il percorso ho capito che poteva essere una gara adatta alle mie caratteristiche».
Il palmares di questo corridore è molto ricco, con il successo a Il Lombardia e la Clásica San Sebastián, due vittorie di tappa al Tour de France e una alla Vuelta a España. Ma è all’ultima Grande Boucle che l’olandese ha stupito, entrando nella fuga della tappa del Mont Ventoux, dove arrivò terzo e ottenendo il successo tre giorni dopo a Quillan, con un assolo di oltre 40 chilometri. Mollema è volato verso Tokyo, con un aereo partito da Parigi domenica sera e atterrato all’aeroporto di Haneda di Tokyo il lunedì pomeriggio.
«Nell'ultima settimana del Tour ho corso con consapevolezza, perché l’appuntamento olimpico era praticamente attaccato al Tour. Ho fatto le mie scelte in corsa e non volevo più rovinarmi e ho preferito dosare le mie energie». A Tokyo l’olandese incontrerà anche i suoi compagni della Trek-Segafredo, che nella corsa Olimpica saranno suoi avversari e tra questi ci sarà anche Vincenzo Nibali. «Il Tour senza dubbio è stata un’ottima preparazione per la corsa olimpica. Alcuni corridori hanno deciso di ritirarsi prima di arrivare a Parigi, mentre per me questa non è mai stata un’opzione da prendere in considerazione. Volevo terminare il Tour e l’ho fatto. Capisco i corridori che hanno deciso di abbandonare il Tour come Vincenzo, sapevamo che avrebbe lasciato la corsa prima di Parigi, non ho mai parlato con lui di questo, ma penso che nel suo caso ci sia stata anche qualche pressione da parte della sua federazione».
Per Mollema questa sarà la seconda Olimpiade e nella precedente, a Rio 2016, arrivò 17°. «Queste Olimpiadi per me saranno completamente diverse. Nel 2016 era la mia prima esperienza e tutto era nuovo per me. Ora sarò molto meno distratto dalle dimensioni dell'evento, anche se questa volta non siamo comunque nel villaggio olimpico, ma in un hotel fuori Tokyo, non lontano dal percorso e dal Monte Fuji e questo penso che sia un vantaggio. Rispetto al 2016 sono un po' più esperto come ciclista, sono probabilmente meno pazzo e sicuramente molto attento alle regole imposte dal Covid-19».
E ancora: «Arrivare a questo appuntamento con la vittoria di tappa al Tour in tasca, senza dubbio mi aiuta moltissimo, il mio morale è più alto. Poi c’è il vantaggio che in questi ultimi giorni non devo pensare a mettere km nelle gambe, perché vengo da una corsa a tappe di 21 giorni. Quindi i miei allenamenti non saranno mai superiori alle 2 ore di corsa o due ore e mezzo, perché arrivo con un’ottima condizione. Adesso bisognerà solo capire come reagirà il mio organismo alle 7 ore di fuso orario. Io sono soddisfatto di quello che ho fatto e spero di poter fare una buona gara».