La vittoria la voleva ed è quasi riuscito a toccarla, ma alla fine il gruppo è stato più forte di lui e si è dovuto arrendere. Brent Van Moer non è stato il primo a tagliare il traguardo della quarta tappa del Tour de France, la sua fuga solitaria si è fermata a 150 metri dalla linea d’arrivo, risucchiato dal plotone che sopraggiungeva, ma domani lo rivedremo partire con il numero rosso del premio alla combattività.
«Ho combattuto fino all'ultimo respiro – ha detto il ventitreenne della Lotto-Soudal -. Quel piccolo tratto di falso piano alla fine mi ha fatto perdere la corsa. Mi è mancato davvero poco. La corsa se fosse stata più corta di 100 metri, sarebbe stata perfetta per me».
Van Moer ha solo 23 anni, ma nella Lotto-Soudal è arrivato nel 2018 grazie ad un progetto che puntava sui giovani talenti del Belgio. Giovane ma già vincente e quest’anno lo abbiamo visto tagliare per primo il traguardo al Delfinato, davanti al nostro Colbrelli, con un'azione simile a quella tentata oggi. Non ha vinto ma ha dimostrato coraggio e determinazione, cercando di cambiare le sorti della sua squadra che ieri ha perso Caleb Ewan, il loro miglior corridore.
«Negli ultimi due o tre chilometri ho sentito il gruppo rimontare con quella naturalezza tipica di quando ci si avvicina al traguardo. Ma io non mi sono fermato e ho continuato a combattere e a pedalare. Poi è arrivato Philipsen che mi ha superato. Non è stata affatto una bella sensazione. Ma nel nostro sport è così. Questo è il ciclismo».
Van Moer aveva deciso di proseguire da solo la sua corsa a quattordici chilometri dalla fine, perché Pierre-Luc Périchon della Cofidis, che era con lui, non aveva più energie per continuare la fuga. «Non ho avuto altra scelta. Pierre-Luc Périchon non era abbastanza forte. Sarebbe stato perfetto poter lavorare insieme più a lungo, ma è qualcosa che non puoi mai sapere in anticipo».
Van Moer nella giornata di ieri, era stato fortemente colpito dalla perdita di Ewan e oggi la corsa voleva vincerla per dedicargli il successo. «Lunedì abbiamo perso il nostro grande velocista Caleb Ewan. È stato terribile non solo per lui, ma per tutta la squadra. Perché la nostra squadra era stata costruita intorno a lui, perché molte tappe di questo Tour finiranno con una volata e lui sarebbe stato uno dei protagonisti. Questa mattina siamo stati costretti a cambiare tattica. Sono stato io il primo a provarci oggi, ma nei prossimi giorni ci riproveremo ancora e sempre in questo modo».