La sua carriera sembrava finita e invece Mark Cavendish ha dimostrato di essere stato la scelta giusta per la sua squadra, la Deceuninck-Quick Step. L’uomo dell’Isola di Man oggi ha conquistato la sua 31a vittoria al Tour de France. Erano passati 5 anni da quando era salito per l’ultima volta sul gradino più alto del podio della grande Boucle e ora il record di Eddy Merckx, plurivittorioso con 34 successi, è ancora più vicino.
Sono state tante le lacrime che Cavendish ha pianto sul traguardo di Fougeres, arrivo della 4a tappa del Tour, lacrime di liberazione per cancellare tutte quelle ombre che lo avevano fatto immaginare come un corridore finito, rimasto senza contratto lo scorso anno.
«Tante persone non credevano più in me, ma loro lo hanno fatto e hanno continuato a farlo»: queste sono state le parole che Cavendish ha ripetuto più volte, riferendosi alla sua Deceuninck. C’erano state polemiche per l’arrivo del britannico, perché per trovare un ingaggio si era presentato alla porta di Lefevere con tanto di sponsor. Poi era arrivata la questione del Tour de France, con la scelta caduta prima su Bennett, maglia verde nel 2020, poi lasciato a casa per volere proprio del numero uno del team belga e la scelta di portare Cavendish.
«Non so cosa dire, veramente. Il solo fatto di essere qui è qualcosa di veramente speciale. Pensavo che non sarei mai tornato qui, sulle strade del Tour e invece qualcuno ha deciso di credere ancora in me». Cavendish è tornato e lo ha fatto con la squadra con la quale aveva corso tra il 2013 e il 2015, conquistando tanti successi, prima di indossare la maglia della Dimension Data.
«La squadra ha sempre combattuto, speravamo di cogliere un successo nelle prime tappe con arrivo in volata e ci siamo riusciti. Abbiamo perso Ballerini perché ha rotto alcuni raggi della ruota, ma siamo riusciti a far bene lo stesso. E’ incredibile avere una squadra come questa, non si può immaginare. Alaphilippe, in corsa indossava la maglia verde, lui è il campione del mondo, ma si è messo al servizio della squadra e ora quella maglia la indosso io».
La corsa nel finale aveva un solo uomo in fuga, il belga della Lotto-Soudal Van Moer, ripreso a 150 metri dal tragurdo. Cavendish è riuscito a prendere la ruota di Philipsen e di potenza ha fatto sua la vittoria sul traguardo di Fougeres, dove vinse già nel 2015.
«Ricordo quella tappa, era stata una delle mie ultime vittorie con la Quick-Step nel 2015 e oggi eccomi di nuovo qui a vincere con la stessa squadra. E’ vero che lo scorso anno per me è stato difficile, ma adesso sono qui. Tre settimane fa non avrei mai creduto di venire al Tour, perché c’era Sam Bennett che lo scorso anno era stato straordinario qui alla Grande Boucle. Voglio ringraziare la squadra che ha voluto credere in me e tutti i miei compagni di squadra, perché ognuno di loro mi ha dato fiducia».
Cavendish in lacrime ripensa alla stagione precedente e a quei successi che non arrivavano. «Ho avuto un periodo veramente molto difficile, ero in fondo ad un buco e voglio dire che molte persone si sono trovate nella mia stessa situazione a combattere con quel mostro che è la depressione. Spero che la mia storia porti speranza a quelle persone che soffrono di questo problema. Non bisogna mai arrendersi, perché si ha sempre una possibilità e si può tornare indietro».