Lo hanno fatto capire sin dal mattino, i corridori della Bahrain Victorious, che oggi avrebbero fatto la corsa. In tutti gli attacchi ci sono stati e alla fine sono entrati in due - Gino Mäder e Matej Mohoric - nella fuga che si è rivelata decisiva.
Lo sloveno si è sacrificato per la causa del compagno di squadra Mäder e lo svizzero, classe 1007, non ha tradito: «Sapevamo di avere più libertà dopo la caduta di Landa, quindi stamattina ci abbiamo provato sin dall'inizio: ho avuto la fortuna di avere davanti Mohoric che ha lavorato tanto ed è stato proeziosissimo. Quando siamo rimasti in tre con Mollema e Cataldo, ho avuto l'impressione che Bauke fosse molto forte, io non ho attaccato ma ad un certo punto mi sono trovato al comando da solo e allora ho tirato dritto. Vi confesso di aver avuto paura nel finale che accadesse come alla Parigi Nizza... (quando Roglic lo beffò a poche decine di metri dal traguardo, ndr). Dopo la delusione che abbiamo provato ieri per il ritiro di Landa, sono felicissimo di aver vinto per la squadra».
Lo spagnolo intanto, dopo aver trascorso una notte in ospedale, oggi grazie ad un volo organizzato dal Principe Nasser Bin Hamed è stato trasferito all’ospedale di Vitoria. «Sono riuscito a vincere grazie al lavoro incredibile fatto da Matej Mohoric. Nel finale avevo paura di essere ripreso come era successo già alla Parigi-Nizza. Fortunatamente è andata bene e ho conquistato un successo bellissimo».
E ancora: «Quando ero da solo davanti negli ultimi 500 metri, tutto quello a cui riuscivo a pensare era quella tappa della Parigi-Nizza. Ho continuato a farlo anche quando mancavano appena 100 metri al finale. Adesso il mio unico desiderio è quello di godermi questo successo». Tra le tante cose che accadono in questa corsa rosa, dobbiamo notare che dopo tanti anni, al Giro al primo posto è tornato il nome “Gino”. Naturalmente non è quello di Bartali, ma è proprio dai tempi del nostro toscano, che questo nome non appariva più nella classifica della corsa rosa. « È bello essere citati insieme, ma Gino Bartali è ovviamente una leggenda del nostro sport. Io non lo sono ancora».