Filippo Fiorelli è uno di quei ragazzi che amano attaccare, che non si tirano mai indietro quando c’è terreno buono per piazzare un allungo e stare vento in faccia per tutta la tappa. Sulla carta è un velocista, uno di quelli che sgomitano per prendere le prime posizioni nei chilometri finali di un arrivo allo sprint. L’anno scorso abbiamo imparato a conoscerlo, al suo primo Giro d’Italia in assoluto stava prendendo le misure per entrare nel gruppo dei grandi. Nonostante la caduta nella tappa di Vieste dopo la quale aveva rimediato non pochi dolori, era riuscito a ritagliarsi delle belle top ten. Ieri, nella Piacenza-Sestola, la prima vera tappa di questo Giro d’Italia si è portato a casa il primo podio della carriera; molti ne sono rimasti stupiti, mentre altri hanno avuto la conferma che il portacolori della Bardiani CSF Faizané è un ragazzo su cui puntare e che i Reverberi ci hanno visto più che lungo.
«Ieri è stato incredibile, era una giornata veramente complicata, pioveva ed avevamo freddo, quando siamo partiti sentivamo che saremmo arrivati in fondo - spiega Fiorelli a tuttobiciweb prima della partenza a Modena- è il risultato di un lavoro iniziato mesi fa con i raduni con la squadra ad inizio anno. Ho già raccolto una vittoria e diversi piazzamenti, ma si sa, il Giro è il Giro»
Il siciliano non è nuovo a questi attacchi da lontano, già l’anno scorso aveva infiammato i cuori dei tifosi conquistando il gpm nella tappa del Sestriere. Una soddisfazione immensa la sua, che ha rappresentato la conferma di come passo dopo passo si può arrivare a risultati sempre più grandi.
«Avere già un Giro nelle gambe è veramente tanta roba, venivo dai dilettanti e non ero abituato a fare queste distanze - prosegue Fiorelli -: l’edizione passata partiva da casa mia, tutta la mia famiglia era sulle strade pronta a sostenermi, devo ammettere che quest’anno a Torino ero un po’ spaesato, avevo paura di non trovare tutto quel calore che mi aspettavo. Poi però sono partito per la cronometro, ho visto le ali di folla lungo le strade, ho sentito il pubblico vicino. Ero a casa».
La quinta tappa del Giro presenta un tracciato completamente piatto con un arrivo in volata che pare essere più che scontato. Fiorelli dovrà fare i conti con le fatiche di ieri, ma ci assicura che sarà della partita.
«Sulla carta non è roba per me, ma ormai non mi fido più di quello che dicono le altimetrie, anche a Novara credevo di essere battuto dai velocisti puri, poi però sono arrivato sesto. Ornai non mi pongo più limiti, sto allerta pronto a prendere tutto quello che arriva. Di sicuro oggi se ci sarà la possibilità mi butterò nella mischia come sempre, a mio avviso Elia Viviani è decisamente l’uomo più forte e cercherò di prendere la sua ruota. Come squadre penso che le più attrezzate siano Cofidis e UAE, ma non mi fiderei troppo, la Alpecin con soli due uomini è già riuscita a portarsi a casa la vittoria».
Filippo ama sognare in grande e non si vergogna di dirlo, studia da velocista, ma ha l’animo per fare qualsiasi cosa, l’importante è provarci. Poco prima di salutarci per partire verso Cattolica ci dà l’appuntamento tra due giorni.
«Aspettatemi a Termoli, nel finale c’è uno strappo per uomini veloci. Sarà la mia prova del nove, se sto bene inizierò a sognare veramente in grande».