E’ nato il 16 settembre del 2002 e, ad appena 18 anni, ha firmato un contratto fino al 2025 con la UAE Emirates: si chiama Juan Ayuso, è spagnolo e corre per la squadra italiana Team Colpack Ballan.
Questo talento, nato a Barcellona, ha iniziato ad andare in bici all’età di 7 anni e come idolo aveva Alberto Contador. Nato in Spagna ma cresciuto negli Stati Uniti, questo giovane adesso vive tra Andorra e Bergamo e si è messo in mostra nelle corse internazionali del calendario italiano conquistando cinque vittorie in queste prime settimane di corsa.
Nel 2019 e 2020 ha vinto il campionato spagnolo juniores e lo scorso anno il suo palmares si è arricchito anche con il titolo a cronometro. Dal prossimo 1 agosto correrà nel World Tour e sarà il più giovane corridore del team UAE Emirates, dove affiancherà Tadej Pogacar e Marc Hirschi. Il suo è un contratto a lungo termine, che lo vedrà vincolato fino al 2025. Il 31 luglio potrebbe essere al via della Clásica de San Sebastián - in Spagna lo danno per certo - dove Remco Evenepoel, il prodigio belga, vinse ad appena 19 anni nel 2019.
«Quelli nati nel 2001 e nel 2002 sono un'ottima generazione e tra tre o quattro anni saremo tutti al top». Ayuso appassionato di watt e biomeccanica sa perfettamente quello che vuole e grazie alla scuola italiana sta facendo crescereulteriormente il suo talento.
Alto 1,83 e con un peso di 65 chilogrammi, il giovane spagnolo fisicamente ricorda molto Mathieu Van der Poel, ma ammette di non essere adatto alle competizioni di un giorno, preferisce le corse a tappe con il sogno di seguire le orme di Alberto Contador e vincere il Tour de France.
Juan Ayuso è figlio di un ciclismo molto tecnologico, che nulla ha più a che fare con le vecchie scuole: da quando lo scorso settembre è nato per lui l’interesse da parte del team di Gianetti, ogni giorno manda i suoi dati alla squadra. «Tutto è diventato molto controllato dallo scorso settembre. Ogni giorno invio agli allenatori dell’UAE Emirates la mia frequenza cardiaca, watt, soglie, serie, velocità. Tutto viene registrato, sonno, watt, alimentazione. Tutto viene analizzato e utilizzato per regolare e migliorare i miei allenamenti».
Allenato dallo stesso preparatore di Tadej Pogacar, in casa UAE Emirates sono convinti che abbia doti eccezionali proprio come lo sloveno, ovvero un’efficienza metabolica straordinaria e la capacità di eliminare il lattato nei mitocondri muscolari come accade a pochissimi atleti. Lo spagnolo sta crescendo in Italia e recentemente ha conquistato il Trofeo Piva e il Giro del Belvedere, ma anche la vittoria del Giro di Romagna per Dante Alighieri, dove ha conquistato anche due delle quattro tappe, la maglia della montagna e di miglior giovane. E’ ambizioso e con i colori del team lombardo vuole vincere il Giro d’Italia per under23. «Non voglio criticare quello che succede in Spagna con le gare under23, ma in Italia hanno un calendario internazionale migliore e possiamo correre con i professionisti, si pedala a un ritmo diverso, molto più forte. Le gare sono diverse, corri contro i migliori del mondo e devi essere sempre al 100%».
Juan è un corridore metodico, che segue con attenzione e dedizione tutti gli allenamenti che gli vengono inviati ed è consapevole che per lui sta per arrivare un salto professionale importante. «Non sono il primo corridore che salterà quasi del tutto la categoria under 23 per andare tra i professionisti. Oggi non è più insolito, abbiamo già visto molti corridori fare questo salto».
Juan Ayuso non è un ragazzo spavaldo e sfrontato, ma è perfettamente consapevole del proprio valore. Ha fame di vittorie e corre nel mito di Contador. «Mi sono innamorato del ciclismo con Contador, ricordo il suo successo al Tour de France, fu veramente impressionante. Mi piacerebbe diventare come lui un giorno, anche se in salita non mi alzo dalla sella come faceva lui. Con lui ho scoperto il Tour de France e il mio sogno è quello di riuscire a vincerlo, un giorno».