Da favorito Wout Van Aert ha vinto l’Amstel Gold Race, la corsa di casa della sua Jumbo-Visma, unica squadra World Tour olandese. Un finale infuocato che ha lasciato tutti con il fiato sospeso finchè la giuria, dopo aver guardato più volte lo sprint, ha deciso di attribuire la vittoria al belga per 4 millesimi di secondo. Un successo conquistato per una questione di millimetri, nel quale il belga ha superato il giovanissimo Pidcock, secondo per un soffio. Terzo posto per il tedesco Schachmann, che non è riuscito a competere in volata con i suoi avversari.
«Non riesco a crederci, ma hanno detto di sì - aveva detto Van Aert prima della premiazione -, Thomas era davvero vicino a me. Per la prima volta mi sono trovato con un risultato arrivato in modo molto ufficioso, altre volte è capitato ma guardando i monitor poi si capiva. Ho visto un'altra immagine sul grande schermo che sembrava il contrario di quello che è stato. E ho ricominciato ad avere dubbi. È stato un po’ come accendere e spengere la luce. Solo dopo molti minuti ho saputo dalla giuria che avevo vinto».
Van Aert era rimasto con il tedesco della Bora-Hansgrohe e Pidcock e, mentre il gruppo da dietro avanzava, il belga a 200 metri dal traguardo ha lanciato la sua volata di potenza. Schachmann è rimasto subito indietro e il britannico con un colpo di reni finale è riuscito ad arrivare sulla stessa linea di Van Aert.
«Eravamo in tre. In realtà era un po’ la stessa situazione di mercoledì scorso alla Brabantse Pijl, quando ho perso la volata contro Pidcock,. Forse non ero nella posizione migliore per vincere lo sprint, ma volevo comunque partire presto perché mi piace uno sprint più lungo ed è più adatto alle mie caratteristiche. Pidcock è stato molto forte perché è uscito all’improvviso da dietro di me come un diavolo. Ma a quanto pare quello che ho fatto è stato sufficiente per vincere».
La Jumbo-Visma oggi era la squadra da controllare, con Van Aert e Roglic favoriti per la vittoria. «La gara oggi è andata secondo i piani. Come squadra avevamo un po’ di peso sulle spalle e poi dovevamo anche controllare gli altri e così abbiamo perso alcuni uomini. Nella parte decisiva della gara ho avuto costantemente Primoz Roglic e Jonas Vingegaard che hanno evitato molti attacchi. Ma poi Primoz ha avuto problemi alla bici e così sono rimasto da solo nel gruppo di testa. C'erano molti uomini della Ineos, ma quando si siamo trovati davanti in tre ho capito di avere buone possibilità».
Nel momento in cui Van Aer, Pidcock e Schachmann sono rimasi soli, il gruppo dietro non è riuscito a organizzarsi per andare a riprenderli e così sono riusciti subito a guadagnare terreno.
«Questa vittoria ha un significato molto importante per me. Voglio dedicare questo successo a Frans Maassen. È il nostro direttore sportivo e sono passati esattamente 30 anni da quando ha vinto l’Amstel Gold Race. Ogni anno a partire dall’inverno lavora veramente duramente per costruire una buona squadra. Per lui l'Amstel è la gara più importante dell'anno, il nostro team è olandese e questa corsa significa tanto per noi. Non immaginate quanto oggi io sia contento per questa vittoria, che ho regalato alla squadra ma in particolare a Frans».