Sono tanti i ciclisti famosi nati in Toscana e tra questi c’è Alberto Bettiol, il ventottenne di Poggibonsi che nel 2019 ha vinto il Giro delle Fiandre.
Bettiol le strade della campagna senese le conosce bene e con la Strade Bianche ha un rapporto particolare. Per lui correre sulle strade di casa non è facile, l’emozione è tanta così come la voglia di vincere.
Quella di oggi potrebbe essere la sua corsa, ha promesso di dare tutto in gara per cercare una vittoria e rendere omaggio alla sua terra. Non sarà facile, perché gli avversari sono tanti e sono forti, ma Alberto Bettiol vuole esserci e lotterà fino all’ultimo colpo di pedale, per stare davanti, perché questa, per lui, non è una corsa qualunque, è la corsa della sua gente.
Come è stata la sua preparazione in vista di questa corsa?
«Purtroppo ho avuto un periodo un po’ travagliato, non è stato il mio miglior avvicinamento. Ho avuto un problema di colite ulcerosa e solo a gennaio ho iniziato il vero allenamento. Già dal Tour de France non stavo bene, anche al Mondiale e al Giro delle Fiandre non ero al top e dopo tanti accertamenti, siamo finalmente riusciti ad arrivare a questa diagnosi. La colite ulcerosa è una patologia debilitante ma, adesso che abbiamo capito il mio problema, sto seguendo una corretta terapia farmacologica e sto recuperando bene».
Con la squadra avete deciso di fare la Tirreno-Adriatico, che corsa sarà per lei?
«Sarà una corsa molto importante, perché servirà per il mio pieno recupero. Come ho detto, sono stato costretto ad allenarmi poco e la Tirreno sarà la corsa che mi dara un valore in più, per essere al meglio per i grandi appuntamenti che affronterò nei prossimi mesi. Sono ottimista e il bicchiere va visto sempre meglio vederlo mezzo pieno».
Strade Bianche che corsa è per lei?
«E’ la corsa di casa per me. Il percorso lo conosco talmente tanto bene che potrei farlo senza il computerino montato sulla bici. Conosco ogni metro e ogni curva, penso di essere uno dei corridori che la conosce meglio. Oggi sarà la mia settima partecipazione. Lo scorso anno ero davanti nel finale e posso dire che così si vede in un modo diverso. In questa gara ci sono tante variabili, bisogna prestare attenzione a tante cose e sbagliare è molto facile».
Il meteo potrebbe influire sul risultato della corsa?
«Non pioverà ma ci saranno freddo e vento. La polvere ci sarà ma le strade nella ricognizione mi sono sembrate meno polverose. I settori sono stati sistemati, ci sono meno buche e pedaleremo bene, ci sono anche meno dossi sullo sterrato, sarà quindi un vantaggio per noi. Questa comunque è una corsa difficile sia con il sole che con la pioggia.».
Quali saranno i punti più importanti?
«Sarà una gara attiva dal primo chilometro, ma fino al rifornimento sarà importante non cadere e non commettere errori. La corsa si accende su Monte Sante Marie, da quel momento il gruppo sarà più ristretto, penso che in quel punto si arriverà in 20-25 corridori. Sarà importante da quel momento avere un compagno di squadra e attaccare il prima possibile. Anche a Le Tolfe potrebbe succedere qualcosa di importante. Sarà una gara dura con tanti corridori che cercheranno di rientrare e squadre che tenteranno di fare la differenza perché in superiorità numerica e questo penso che sarà la strategia delle Deceuninck-Quick Step che sarà uno squadrone».
Quale sarà la strategia della sua squadra?
«Noi faremo la gara sicuramente e quest’anno abbiamo un giovanissimo molto forte che si chiama Simon Carr, che può andare bene oggi. Si metterà alla mia ruota e sarò io a portarlo in corsa e a spiegargli tante cose, manca di esperienza e spreca tante energie perché ha voglia di fare tanto. Gli ho detto che deve rimanere con me fino a Sante Marie: quando arriveremo lì, se avrà forza nelle gambe e il coraggio di andare, allora potrà giocarsi la vittoria. Io sarò il corridore d’esperienza e voglio essere nel gruppo e lui il corridore di gamba, potrebbe essere un buon outsider».