Caro Direttore,
e già che ci sono faccio nome e cognome di chi stavolta, a mio sommesso ma deciso parere, l’ha fatta veramente fuori dal vaso ,
Caro ed implacabile censore Cristiano Gatti,
se nel corso di questo Giro d’Italia, bello o brutto che sia, lo sparare... ad alzo zero, sempre e comunque, è diventato il tuo passatempo prediletto, ti dico, da estimatore ed amico, che a parer mio stai sbagliando, e di grosso.
Premetto che non sono iscritto nell’elenco dei difensori d’ufficio, quindi esercito la mia attività di avvocato difensore senza “imposizioni o vincoli” d’ufficio. Ci sta che a te, vivendo a certe latitudini, una temperatura di 15 gradi ed una leggera pioggerella non facciano un baffo. Soprattutto ci sta nel momento in cui, mentre i Girini sguazzano felicemente fradici per 250 km, gareggiando per quanto la situazione lo consenta, tu te nei stai almeno al riparo di un tetto, e forse al calduccio vista sia la non più verde età che essendo ormai un ricordo il cronista-suiver “sulla strada” con i corridori.
Tengo a sottolinearlo questo termine : Corridore, ben diverso dal più banale e comune Ciclista.
Del Ciclista, francamente ed oggi in particolare, me ne posso ben fregare.
Sai bene, od almeno sapevi, cosa significhi invece essere una persona che fa del Ciclismo la propria Professione, un lavoro che vorrai convenire non sia proprio una passeggiata.
Ancora, nonostante la tecnologia imperante, una disciplina sportiva fatta prevalentemente di sacrifici, non di poco conto. Sai, od almeno sapevi, anche dei rischi che affrontano i Corridori, di diverso genere e natura, altrettanto rilevanti, e sovente non eliminabili pur con tutta l’umana buona volontà.
Se queste elementari cosucce non le sai, o fai finta che non ci siano a seconda delle contingenze che paiono a te ed al tuo insindacabile giudizio, allora non sei veramente innamorato del ciclismo, come sostieni di essere.
I Corridori hanno già pagato a caro prezzo una mancanza di unità d’intenti, meglio a dire di Colleganza, che li ha resi individualmente deboli, e facilmente condizionabili quando non anche oggetto di veri e propri ricatti. Delle vittime, più o meno sacrificali, dei vari “momenti” in cui si articola la vita stessa del Corridore. E dei riconnessi, miserabili interessi di soggetti che quando spariranno dal “giro” (rimarco la minuscola) sarà sempre tardi.
Tu, caro amico, sei troppo esperto per non saperlo, ed ancora bello sveglio e mentalmente in forma per non ricordarlo.
Il nome Pantani ti dice qualcosa? Madonna di Campiglio di “quel” Giro 1999 la ricordi?
Risalgo nel tempo: ricordi quella strana positività di Eddy Merckx a Savona, e tutti i leader delle altre Squadre al suo... capezzale di lacrime per esprimergli vera solidarietà, da colleghi e non solo avversari? Quel galantuomo di Felice Gimondi in testa a tutti anche in questa circostanza lo hai ancora negli occhi, e nel cuore, oppure l’hai dimenticato?
Io ricordo tutto, e soprattutto non dimentico.
Dunque dico che bene hanno fatto ieri i Corridori ad avanzare motivatamente la loro richiesta, e bene ha fatto il direttore Vegni ad aderirvi. Non c’è bisogno di stracciarsi le vesti per una sostanziale condivisione d’intenti fondamentalmente a tutela della sicurezza dei Corridori . La sicurezza non sono parole, sono fatti.
Come solo ai fatti ci si dovrebbe attenere, particolarmente a quelli che giovano al Ciclismo ed ai Corridori.
Cordialmente.
Fiorenzo Alessi