In vista del rientro agonistico, abbiamo intervistato i team manager delle tre formazioni Professional italiane, parlando con loro di ripresa ma anche della situazione generale del ciclismo, della Riforma, dello stato dell'arte. La terza e ultima puntata ha per protagonista Gianni Savio della Androni Giocattoli Sidermec.
Dopo essersi sentiti ripetere allo sfinimento di non mettere su peso, i corridori della Androni Giocattoli Sidermec saranno felici di risentire il mantra pre gara di Gianni Savio che conclude la riunione sul bus: “Ragazzi, vi voglio cattivi e determinati”. Ovviamente il Principe si riferisce alla cattiveria sportiva, alla combattività, alla grinta che da sempre pretende dai suoi ragazzi e che presto rivedremo in azione. Finalmente.
«A causa del coronavirus dobbiamo interfacciarci con tante problematiche, speriamo solo sparisca in fretta. Io sono un ottimista di natura, ma qualche remora continuo ad averla e temo che la parola fine a questa storia potremo metterla solo una volta che ci sarà il vaccino» esordisce l’esperto manager torinese, che ci spiega come ha vissuto gli ultimi tempi.
«Abbiamo cercato di mantenere i corridori motivati. Quando c’erano grandi restrizioni e non si poteva nemmeno uscire di casa, hanno dovuto dimostrare grande pazienza e professionalità. Il lockdown ha messo alla prova l’aspetto psicologico di tutti, allenarsi sui rulli è tutt’altra storia rispetto al pedalare all’aria aperta. Me ne sono reso conto anche io che ho usato il tapis roulant che ho nel mio ufficio, per sopperire ai miei tre chilometri quotidiani di passeggiata. Chiamavo gli atleti indicativamente ogni 10 giorni e ricordavo loro di fare attenzione alla bilancia. Ingrassare avrebbe voluto dire rinunciare alla stagione, sarà talmente concentrata che bisognerà presentarsi al via con la massima condizione, non ci sarà tempo per smaltire eventuali chili di troppo. Sarò stato ripetitivo e noioso, ma abbiamo centrato l’obiettivo. Sono tutti belli “tirati” e pronti a ripartire. Sono rimasto in costante contatto con i nostri quattro direttori sportivi Giovanni Ellena, Leonardo Canciani, Giampaolo Cheula, Alessandro Spezialetti e con gli allenatori esterni al team, come per esempio Michele Bartoli che segue Jonathan Restrepo. Ho ricevuto buone indicazioni, ora vedremo come si trasmetteranno in gara».
L’emergenza scatenata dal Covid-19 ha accentuato problemi già evidenti nel mondo delle due ruote.
«È dal 2005, da quando è nato il Pro Tour, poi diventato World Tour, definito da Hein Verbruggen una svolta epocale, che io dissi che lo era, ma in negativo. Alle prime avversità colossi come CCC e Mitchelton Scott sono dovuti ricorrere a una riduzione drastica dei salari, dimostrando di essere solo potenzialmente grandi squadre ma con limiti evidenti. Noi abbiamo avuto alcuni sponsor in difficoltà, ma Pino “Salvatore” Buda, il patron di Sidermec che ho soprannominato così da quando ci ha salvato dai mancati pagamenti del Venezuela, ha pagato tutto il suo contratto anticipando i mesi a venire e così siamo riusciti a saldare gli stipendi dei corridori al 60% durante i mesi più duri, in attesa degli sviluppi».
La realtà dei fatti è che i team più piccoli, di vitale importanza per il movimento, si sono difesi meglio di quelli grandi e blasonati. La ripartenza sarà però un’incognita per tutti.
«Dipenderà dalla curva della pandemia, solo se calerà totalmente torneremo alla normalità - afferma Savio. - Quando è scoppiato il problema in un incontro con FCI e Lega avevo auspicato che si ripartisse, anche a porte chiuse, per non perdere totalmente la stagione. Come si suol dire, a mali estremi estremi rimedi, ma il pubblico è l’anima del ciclismo quindi spero possa esserci a bordo strada quando ripartiremo. Sotto l’aspetto tecnico è difficile dare un giudizio, dipenderà da tante variabili, potrebbero esserci sorprese come ristabilirsi i valori in campo a cui siamo abituati».
Il 25 giugno scorso, in occasione dell’assemblea della Lega del Ciclismo Professionistico, Savio ha chiesto aggiornamenti sul ricorso intentato alla Corte Europea riguardo all’applicabilità della riforma del ciclismo, che comprensibilmente sta procedendo a rilento visto che tutti gli uffici sono rimasti fermi nel periodo della quarantena, e ha fatto presente quanto sia importante insistere su questo fronte per la sopravvivenza del ciclismo italiano.
«Squadre World Tour non ne abbiamo, spero di cuore si riesca a trovare 20 milioni da un’azienda italiana per allestirne una ma la vedo molto, molto, molto difficile. Ho ribadito quanto avevo chiesto a Lappartient in una lettera aperta e all’AIGCP, l’associazione internazionale dei gruppi sportivi: la Lega deve intervenire come istituzione per una revisione della riforma. Allo stato attuale delle cose, se continua nei termini prefissati, la riforma farà scomparire anche le ultime tre squadre Professional che sono rimaste attive nel nostro Paese».
Per tornare all’agonismo, la Androni Giocattoli Sidermec aveva iniziato alla grande il 2020.
«Per fortuna nostra nel primo trimestre avevamo disputato tante corse, gareggiando in quattro continenti, ci manca solo l’Oceania, e collezionato 11 vittorie. Non è mia abitudine guardarmi indietro, ma non posso negare un po’ di rammarico perché avevamo preparato molto bene la stagione ed eravamo partiti in tromba. Eravamo in condizione ottimale, ma, come abbiamo superato qualsiasi avversità in passato, lo faremo anche questa volta».
da tuttoBICI di luglio
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