Oggi è presidente dell'Uc Bergamasca, ma per trent'anni è stato uno dei più apprezzati e vincenti manager del ciclismo professionistico a cavallo degli Anni Ottanta e Novanta. Gianluigi Stanga è solito dire cose, l'importante è chiedergliele, e il nostro caro amico Renato Fossani, oggi lo ha fatto ha riportando il pensiero del dirigente orobico sulle colonne de L'Eco di Bergamo. Ecco qualche passaggio di questa sua intervista. «Navighiamo ancora nel mare dell'incertezza - dice Stanga - e così sarà sino a quando non sarà vinta la battaglia contro il Covid-19. Premesso questo, a mio avviso metterei da parte per quest'anno le tre grandi corse a tappe, Tour, Giro e Vuelta per dare spazio alle gare monumento, alle corse di un giorno che sono patrimonio storico di più Paesi».
Tra le altre cose Stanga si pone anche delle domande, più che lecite: «Quanti sono gli alberghi disposti a ospitarli dopo quello che sta succedendo? Il rischio è troppo alto». Poi chiosa: «Che senso ha fare il Giro d'Italia ad ottobre? a mio avviso sminuisce del suo valore».