Restare chiusi in casa o quasi per tanto tempo è dura per tutti, ma per certi personaggi lo è ancora di più. Può darsi che sia una nostra impressione se tra questi citiamo Luca Scinto, personaggio estroso, simpatico, onesto, che ha sempre espresso il suo pensiero in modo chiaro e quando “parte” è come un fiume in piena. Il direttore sportivo della Vini Zabù KTM Neri Sottoli attende con impazienza di poter tornare a lavorare e guidare la squadra in quel segmento della stagione del quale si parla da settimane e che dovrebbe essere ufficializzato martedì prossimo 5 maggio (almeno nella parte riguardante il WorldTour, ndr) dall’Unione Ciclistica Internazionale.
Tra le corse che la squadra diretta da Scinto affronterà il Giro d’Italia nel mese di ottobre. In attesa dunque di rimettersi in marcia, Luca Scinto ha dato vita in qualità di ospite a vari incontri virtuali. L’ultimo in ordine di alla diretta su Instagram/Lello Ferrara dove ha fatto il punto della situazione e parlato del delicato momento attuale e soprattutto delle difficoltà che attendono tanti addetti ai lavori, atleti, dirigenti, tecnici, società, organizzatori, sponsor. Scinto ha inoltre riassunto sul suo profilo Facebook cosa è oggi il ciclismo, quale deve essere il comportamento dei giovani, le diversità rispetto a una volta.
«Se hai la forza, la capacità di fare sacrifici e allenarti – afferma Scinto – non esiste età nel ciclismo. I giovani di oggi non arriveranno più all'età di un Visconti o Valverde, perché vogliono tutto e subito. Nella categoria juniores (17-18 anni) sono già professionisti, arrivano a 26/27 anni e sono finiti come corridori. Hanno più richieste loro che i professionisti, ci rendiamo conto a che livelli siamo arrivati? C'è qualcosa che non va, colpa anche nostra lo dico con tutta franchezza. Come puoi diventare professionista – aggiunte il direttore sportivo della Vini Zabù - se lo sei già da juniores e ti alleni con gli SRM e i Watt? Un giovane deve crescere tranquillamente, senza stress, deve andare a scuola e allenarsi, e se vuole tirare anche due calci al pallone, ci deve andare, così diventerà un corridore. Io quando ero juniores, mangiavo le lasagne e andavo a correre con una bicicletta pesante. Quello era il ciclismo. Oggi invece bici leggere, ruote leggere, potenziometro...».