«Andremo al Tour de France solo se ci saranno assicurate le massime condizioni di sicurezza. E ci riserviamo il diritto di ritirarci se lo riterremo necessario»: sono le parole di Dave Brailsford, grande capo del Team Ineos, pronunciate in una intervista al Guardian.
«La nostra intenzione è quella di partecipare, ma lo faremo solo dopo aver valutato la situazione e vedremo giorno per giorno come si svilupperanno le cose».
Non è una presa di posizione fine a se stessa, quella di Brailsford visto che il suo team - prima Sky e poi Ineos - ha sempre avuto la sicurezza sanitaria dei corridori tra i suoi obiettivi principali.
Disinfezione del pullman, amuchina a gogo per il lavaggio delle mani degli ospiti e dei giornalisti, sterilizzazione delle camere degli hotel, sale separate per cena e colazione rispetto agli altri ospiti, addirittura Richie Porte che dormiva in un van asettico parcheggiato fuori dagli alberghi del Giro d'Italia, in ogni caso ricerca estrema della massima igiene per impedire che i corridori entrassero in contatto con virus e batteri. Come dire che in casa Ineos in pratica sono già pronti alla sfida con il Covid-19 e pretenderanno davvero il massimo - sotto questo aspetto - anche dagli organizzatori del Tour e dalla Francia intera.