Se ne parla, e non da oggi. Purtroppo o per fortuna se ne parla da anni. Da diversi anni. E anche quest’anno se ne è parlato troppo. Non mi riferisco al fatto che se ne sia parlato troppo di sicurezza, ma delle morti: quelle si sono eccessive. Insopportabili. Dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo fermare questa ecatombe. Dobbiamo fare in modo che la passione del grande mondo della bicicletta non venga ulteriormente travolto e annientato. Troppe sono le morti. Ormai si parla di strage. Di una emergenza endemica. Di uno stato di cose insopportabile e insostenibile, che va affrontato con ogni mezzo possibile, sempre di più e sempre meglio.
Mettere il ciclismo e i ciclisti in sicurezza: questo l’obiettivo. Trasmettere e divulgare la sicurezza sulle strade: questo ha fatto in questi 28 anni il Gs Progetti Scorta di Silvano Antonelli. A questo è servito, serve e servirà “Il Giorno della Scorta”, che è un po’ il nostro “Giorno della Memoria”. Un momento di riflessione e confronto, per fare il punto e ripartire.
Guai a dimenticare chi in questi anni sulla strada, alla ricerca di gioia e salute, ha finito per perdere la vita. Guai a dimenticare chi in questi anni ha lavorato tutti i santi giorni per fare in modo che questo stato di cose fosse controllato. Che i danni e le perdite fossero ridotti al minimo.
Guai a non riflettere e pensare su quello che ancora c’è da fare: nell’immediato e in prospettiva. Guai a non parlarne, anche se la perfezione sarebbe non parlarne più. Ad una sola condizione però: che tutto sia stato recepito con chiarezza. Che tutto sia stato assimilato alla perfezione e mandato a memoria. Che ognuno di noi si metta in gioco per davvero dando dimostrazione di forza facendo la propria parte: pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti, senza barriere e alcun pregiudizio. Tutti assieme, nel rispetto degli altri. Di tutti. In una civile e utopica convivenza, dove davvero si possa “pedalare” tutti assieme verso una mobilità sempre più sostenibile e intelligente.
Forse questa è solo un’utopia. Un sogno irrealizzabile e inarrivabile. Nel dubbio e in attesa del raggiungimento della perfezione, andiamo avanti decisi a progettare, studiare e a riflettere. A divulgare e soprattutto a educare. Guai abbassare la guardia. Rendiamo le strade sicure e riempiamo le aule di conoscenza e di sapere. È fondamentale parlarne, divulgare e spiegare, ma ognuno di noi deve essere predisposto e disposto a fare qualcosa di eccezionale. La cosa più semplice e complicata di tutte: ascoltare.
da la Brochure de Il Giorno della Scorta