Michael Woods ha rincorso a lungo una vittoria in una grande classica, finalmente è arrivata con un super trionfo alla Milano Torino, la classica più antica del nostro Paese, nella quale si è lasciato alle spalle uomini del calibro di Alejandro Valverde e Adam Yates. Per il portacolori del team Ef educational è un periodo di ottima forma, una buona condizione che ha già dimostrato di avere sabato scorso al giro dell’Emilia in cui ha colto una seconda posizione.
«Devo ammettere che questa mattina la mia intenzione era quella di non correre a tutta, le condizioni metereologiche avverse mi preoccupavano e volevo mantenere una gamba buona per l’appuntamento di sabato. Alla fine però mi sono sentito molto bene e così ho voluto tentare qualcosa e devo dire che il fatto di aver sfidato la sorte mi ha ben ripagato. Oggi sentivo di essere in ottima forma e penso che il fatto di conoscere questa salita sia stato un punto a mio favore. Sapevo che all’inizio c’è un tratto molto difficile al quale poi segue una parte più dolce prima dell’impennata finale: ho deciso di sfruttare al meglio queste mie conoscenze giocando anche un po’ di tattica. Già all’attacco della scalata finale ho iniziato a scattare, ho attaccato più volte in modo tare da sfiancare il più possibile gli altri, aspettavo che si riportassero sotto e poi scattavo di nuovo fino a quando finalmente non sono più riusciti a tenere le mie ruote».
Il canadese è un corridore con una storia molto particolare, ha infatti iniziato la sua carriera agonistica nell’atletica correndo sulle medie distanze: soltanto in seguito ad una caduta si è avvicinato al mondo del ciclismo. «La mia storia con il ciclismo è molto particolare e per certi versi è molto simile a quella di Roglic. Ho iniziato a correre in bici soltanto a 25 anni in seguito ad un infortunio, sono passato professionista a 29 anni e devo dire che per me non è stato affatto facile. Affacciarsi al professionismo quando hai già una certa età non è mai semplice, soprattutto quando hai a che fare con dei ragazzi che con il ciclismo sono praticamente cresciuti. Ho avuto poco tempo per formarmi, anche perché da me si sono pretesi subito molti risultati. Nella mia carriera, soprattutto negli ultimi tempi, ho fatto molti piazzamenti, certo non ho vinto ma questi risultati sono stati fondamentali per farmi diventare il corridore che sono. Una delle esperienze più formative è stato sicuramente il terzo posto ai Mondiali dell’anno scorso a Insbruck, per me è stata come una vittoria, se oggi ho vinto è anche merito di esperienze come quelle».
Il grande appuntamento per Woods sarà però quello di sabato prossimo al Giro di Lombardia a cui, a suo dire, si presenterà in un’ottima forma: «Domani non correrò il Gran Piemonte, i miei pensieri sono tutti focalizzati su sabato e, dopo il grandioso risultato di oggi, penso di presentarmi al via in ottima forma e di poter essere incluso tra gli uomini più attesi. Ho già partecipato al Giro di Lombardia, ma purtroppo non ho mai raggiunto la top ten: se sto bene non sarà un risultato impossibile, ma se dovessi raggiungere anche il podio quello sarebbe per me un traguardo straordinario».
Nella giornata di sabato ci si aspetta grandi cose da Michael Woods che non ha dubbi sul favorito: «Penso di dire con sicurezza che il favorito di sabato sarà Primoz Roglic, dopo quello che ha dimostrato ieri alle Tre Valli e nel week end scorso ha tutte le carte in regola per fare una super corsa. Al Giro dell’Emilia ho avuto l’occasione di osservarlo da vicino, vederlo scalare il San Luca è stato qualcosa di pazzesco, andava su in modo tremendo senza mostrare segni di fatica, sembrava come un robot. Sarà davvero difficile contrastarlo, per non dire impossibile anche perché ha una squadra incredibile che lo supporta».