Finale al cardiopalmo per la novantanovesima edizione della Tre Valli Varesine che ha visto giungere al traguardo, dietro l’imbattibile Primoz Roglic, un ottimo Giovanni Visconti che con la vittoria della volata del gruppo si è garantito un ottimo secondo posto.
«il fatto che abbia vinto Roglic dà veramente lustro alla corsa. Certo, bisogna ammettere che c’è un po’ di amarezza per non aver raggiunto la vittoria, ma oggi Primoz ha dimostrato di essere un campione autentico e di avere una forma strepitosa. Nel finale me lo sono visto letteralmente partire davanti agli occhi, è diventato immediatamente imprendibile; quando qualcuno parte in questo modo nel finale di una corsa così impegnativa non si può dire che abbia avuto fortuna, ma solo che è semplicemente il più forte. Io ho cercato di fare il mio, sapevo che l’unica carta la potevo giocare era in volata e così ho fatto, infatti ho vinto quella del gruppo garantendomi un ottimo secondo posto».
Visconti è stato uno di quegli atleti che non è stato coinvolto nello sbaglio della direzione, ma ha vissuto la vicenda da un’altra prospettiva. «Bisogna ammettere che c’è stato un finale convulso, vedevamo il gruppo di Nibali, eravamo davvero vicini, ad un certo punto però non li abbiamo più visti, erano scomparsi. Eravamo convinti che fossero andati così tanto d’accordo da riuscire sia a riprendere Sanchez che a guadagnare un buon margine di vantaggio. Soltanto dopo abbiamo saputo di quanto era successo: io penso che siano loro ad aver sbagliato, non si possono dare colpe ad altri, non lo ritengo corretto, dopo tutto avevano già fatto quella strada e avrebbero dovuto conoscere il percorso. Quelle sono sempre fasi complicate della corsa in cui spesso si perde la concentrazione, ma francamene sono cose che a questi livelli non possono proprio accadere».
La Tre Valli Varesine è stata anche la terzultima corsa valida per la Ciclismo Cup che vede in testa l’Androni Giocattoli marcata ad uomo dalla Neri Sottoli. Una sfida molto forte che Giovanni Visconti sente in prima persona e per la quale approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «il discorso della ciclismo Cup è molto difficile, oggi con il mio secondo posto abbiamo guadagnato dei punti molto importanti, ora il nostro distacco è proprio ristretto, ma mancano due corse davvero complicate nelle quali fare punti sarà molto difficile. Senza peli sulla lingua, mi sento di dire che meriteremmo di vincere questa Ciclismo Cup: noi abbiamo sempre corso per vincerla e mai per farla perdere agli altri. A noi della Neri tocca sempre correre due gare diverse: una per vincere la corsa effettiva e un'altra per scrollarci di dosso gli Androni che ci seguono a uomo e non collaborano per paura che noi guadagniamo punti. Queste cose non sono belle né da vivere né da dire, ma a me piace esprimermi sempre tranquillamente e descrivere la situazione come è veramente. Il ciclismo è bellissimo, ma purtroppo c’è anche questo tatticismo. Per noi dei team Professional la Ciclismo Cup è tutto, è importante vincere non tanto per garantirci un posto al Giro, perché penso che questo non conti più, è più che altro qualcosa di prestigioso, un traguardo molto ambito che certifica che siamo la prima squadra in italia».
Insieme al secondo posto di oggi per Visconti arriva anche la vittoria nel Trittico Regione Lombardia, un traguardo molto importante per il siciliano che ha dovuto affrontare una seconda parte di stagione molto sfortunata. «Se penso a quello che è successo a luglio, non posso che essere felice per quello che sono riuscito a raggiungere, lo considero un traguardo straordinario, sono proprio soddisfatto della mia forma e devo ammettere che alcune volte mi viene da stringermi la mano da solo. Se provo a pensare a come ero messo a metà luglio, con un buco nel fianco e costretto ad allenarmi con il drenaggio addosso, mi sembra quasi impossibile immaginare di essere tornato ancora competitivo e invece sono ancora qui, a quasi 36 anni a giocarmela con tutti gli altri. Devo ammettere che non è stato per nulla facile, ma mi hanno sempre insegnato che i sacrifici pagano sempre e penso di averne dato una dimostrazione anche oggi».
Da parte di Giovanni Visconti una dedica speciale per la vittoria del diamante del trittico lombardo: a suo cugino Ciro, grande tifoso e venuto a mancare esattamente 6 anni fa per una brutta malattia e a Iannelli, il giovane ciclista morto in seguito ad una caduta in volata.