Quella che sembrava essere una certezza a luglio o giù di lì, negli ultimi giorni sta diventando una cosa complicata, forse troppo complicata. È a rischio l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia 2020 sul Monte Matajur. Problemi logistici, infatti, stanno facendo prendere tempo agli organizzatori di Rcs e sono già pronti sul tavolo un paio di percorsi alternativi tutti nelle Valli del Natisone preparati da Enzo Cainero, il patron delle tappa friulane della corsa rosa, più che mai impegnato a definire il piano. Non è bastata una mezza dozzina di sopralluoghi tecnici nel periodo primavera-estate sulla salita simbolo delle Valli del Natisone e del Cividalese.
Nei prossimi giorni da Milano è annunciata un’altra visita della delegazione mandata dal direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni. Gli ostacoli più grossi da superare sono essenzialmente due: lo spazio ridotto per i mezzi della carovana rosa che c’è ai 1.320 metri di quota e dintorni del Rifugio Pelizzo, dove termina l’impegnativa scalata di 14 km che parte da Savogna via Cepletischis (la via scelta dagli organizzatori friulani per la scalata) e soprattutto l’assenza di una strada alternativa agli ultimi chilometri che da Montemaggiore portano al rifugio.
Problematiche che per decenni avevano escluso la montagna dai radar della corsa rosa, nonostante le abbuffate di grande ciclismo in Friuli negli ultimi 15 anni, ma che parevano essere risolte nelle ultime settimane. Ora spetterà a Vegni e ai suoi collaboratori la decisione finale. «I percorsi sono a disposizione - si limita a dire Cainero - comunque sia ne uscirà una tappa nelle Valli dal grande significato tecnico». Dai 3.800 ai 5 mila metri di dislivello: queste le altimetrie proposte da Cainero. L’arrivo, saltasse il Pelizzo, sarebbe a Cividale come nel 2016, perché anche la suggestiva location di Castelonte sarebbe impraticabile. Ma l’arrivo al “Piccolo Ventoux”, come nel mondo del ciclismo viene chiamata la montagna friulana per la vaga somiglianza col gigante della Provenza, intriga non poco anche a Milano. Insomma, si tenterà fino all’ultimo di chiudere con questo la seconda settimana del Giro 2020.
Calendario alla mano la tappa che partirà, come già anticipato, da Udine, si correrà o domenica 24 o lunedì 25 maggio il giorno dopo l’altrettanto intrigante Rivolto-San Daniele con il Monte di Ragogna da ripetere 4 o 5 volte nel circuito finale dopo la partenza dalla base di Rivolto appena le Frecce Tricolori avranno completato l’airshow esclusivo per corridori, carovana e pubblico, atteso alla base in massa per un evento senza precedenti al mondo. Poi? In un Giro che partirà dall’Ungheria, vivrà subito un sussulto con le tappe siciliane (cronoscalata dell’Etna?) e presenterà la crono del Prosecco a Conegliano e dintorni il giorno prima del Friuli, il gran finale verso ovest con Marmolada, Stelvio e l’inedita salita sterrata ai 2.700 metri del Fraiteve zona Sestriere prima dell’arrivo a Milano, forse con un’altra crono.
da il messaggero veneto del 10 settembre 2019