Vincenzo Nibali taglia il traguardo con un ghigno in volto e poi sale con gli occhi che brillano sul podio del Tour de France per ricevere la medaglia e l'ovazione del pubblico: «È stata una vittoria molto sofferta, il Tour per me non è stato facile. Ho provato a fare classifica, ma sono saltato dopo le fatiche del Giro d'Italia. Ho ricevuto tante critiche, molti mi hanno suggerito di andare a casa, ma era giusto onorare il Tour de France. Negli ultimi giorni mi sono sentito molto bene, anche oggi ci ho voluto provare nonostante la grande fatica di ieri. La tappa di oggi era corta, è diventata quasi una cronoscalata. Vi posso dire che l’ultimo tratto non finiva più. è una vittoria che mi fa riappacificare con il Tour ma anche con il suo publlico meraviglioso che ha sempre tifato per me in questa corsa. Non è stato semplice dall’anno scorso riuscire ad arrivare fin qui, mi mancava tanto la vittoria (dalla Sanremo del 2018, ndr). Una dedica? Lo scorso anno tra le tante cose è venuto a mancare mio nonno e la dedica è prima di tutto per lui, ma anche per tutto lo staff che in questo anno ha lavoato con me».
E ancora: «È una bella perla dopo un Tour difficile. Non ho avuto pressioni dalla squadra, ho cercato di tenere duro, ma sapevo di poter fare qualcosa di buono. Il numero rosso? È qualcosa in più, in realtà volevo vincere la tappa, ho avuto paura di essere ripreso perché il gruppo saliva forte e quindi ho cercato di andare il più forte possibile».
Infine un giudizio sulla maglia gialla: «Bernal ha fatto un grandissimo Tour, nella seconda parte c’era il percorso adatto a lui ed è stato bravissimo. È un ragazzo che ha fatto una crescita esponenziale. il futuro è per lui, deve solo continuare ad andare cosi. I trionfi sudamericani? Non dimenticate che Egan è cresciuto in Italia ed è sicuramente il più europeo dei corridori sudamericani».