Il giallo del Giro d'Italia è stato risolto! Da due giorni c'è chi si chiede che fine abbia fatto la bicicletta rotta di Primoz Roglic. Al traguardo di Como non era sulla prima ammiraglia, non era sulla seconda ammiraglia, non l'ha vista nessuno. Dov'era finita la Bianchi numero 171 del corridore sloveno, ripartito dopo l'incidente con la 177 del compagno di squadra Tolhoek.
Ci piacerebbe parlare di indagini accurate, di impronte digitali, di esami con il luminol e di notti nebbiose trascorse a far lavorare le meningi come Sherlock Holmes ci ha insegnato a fare, ma in realtà la soluzione del caso l'abbiamo trovata nel più semplice dei modi: con una telefonata.
Già, abbiamo telefonato a Maximilian Sciandri. «La bicicletta di Roglic - ha spiegato a tuttobiciweb il tecnico della Movistar - l'ho caricata io in ammiraglia quando ho "prestato" una delle nostre Canyon a Tolhoek, che era rimasto da solo, appiedato e senza ammiraglia. L'ho caricata e portata al traguardo e poi a fine tappa l'ho riconsegnata alla Jumbo Visma. Tutto qui».
“Perché non l’ho detto? Perché nessuno me l’ha chiesto a parte voi. Io ho fatto quello che dovevo fare da sportivo, poi se proprio volevano dire qualcosa questo era di competenza della Jumbo-Visma. Mi spiace solo che Roglic sia sempre accompagnato da mille sospetti e francamente non so il perché”.
È bene ricordare che Maximilian Sciandri è diesse della Movistar, la squadra di Carapaz: la maglia rosa.