Tante volate al Giro d’Italia, ma il re delle volate non è contento. Mario Cipollini sale in cattedra, analizza quel che succede in gruppo al Giro d’Italia ed emette le sue sentenze. Pesanti come pietre.
«Vedo gente che fa la volata con gli avambracci appoggiati sul manubrio - ha detto a Claudio Ghisalberti de La Gazzetta dello Sport -: è una follia. Non hai il controllo della bici, basta uno spostamento, si crea l’onda e dietro finiscono a terra. Credo sia solo esibizionismo, la ricerca di un’inquadratura ma è pericolosissimo: andate a rivedere perché è caduto Dumoulin, come stava pedalando chi era in testa».
E ancora: «C’è una generale mancanza di professionalità, di mestiere, da parte di chi deve lanciare la volata. Tanti non sono capaci. Al Tour vedremo squadre più attrezzate, qui quella che si muove meglio è la Groupama. E non mi vengano a dire che è colpa dei materiali: le bici sono nettamente migliori, le ruote poi non ne parliamo. In realtà noi avevamo più manico».
Ed ecco l’ultimo affondo: «In gruppo ci sono tanti buoni velocisti, ma manca il leader. E qualche corridore si sente in diritto di prendersi troppe libertà. Viviani? È il più forte in Italia ma mi sembra confuso. Può contare su Sabatini, che come ultimo uomo è il migliore, ma non lo sfrutta mai. Faccia partire dritto il “Saba” ai 450 metri e stia alla sua ruota, poi vediamo come finisce».