E' ormai una consolidata tradizione dell'U.S. Pontedecimo società organizzatrice del Giro dell'Appennino in programma oggi con partenza da Serravalle Scrivia (AL) che festeggia alla grande l'80^ edizione.
La sera prima si svolge la cerimonia dell'Appennino d'oro riconoscimento assegnato ad una personalità del mondo del ciclismo. Nella maggior parte dei casi si tratta di atleti che hanno vinto la gara in passato. Quest'anno, la consegna si è svolta presso il Mercure Genova San Biagio di Bolzaneto. Il premiato: Moreno Argentin. Un piacere trascorrere una serata insieme ad un grande campione diventato ora un ottimo organizzatore.
Due volte ha indossato la maglia tricolore e una di queste è avvenuta a Pontedecimo nel 1989 sullo storico traguardo di piazza Arimondi. Al termine di 257 chilometri di corsa solo 5 centimetri lo separarono da Gianni Bugno, che nel triennio precedente aveva vinto l’Appennino e che avrebbe voluto inseguire il record di sei vittorie consecutive di Giovanbattista Baronchelli. Vittoria tricolore cui ha partecipato e collaborato non anche Davide Cassani, oggi commissario tecnico della Nazionale, allora compagno di squadra di Moreno, e che in Lungopolcevera gli lanciò la volata. Argentin è stato un grande scattista, corridore molto intelligente e attento, forse può essere paragonato all'attutale campione del mondo Alejandro Valverde, non a caso entrambi hanno indossato la maglia iridata e vinto molte classiche.
Al momento della premiazione è stato il giornalista Emanuele Dotto a ricordarne la carriera. Il rapporto tra Dotto e Argentin, va ben oltre la professione, i due si conoscono da una vita e si stimano. E' stato ricordato quel giorno e l'ex campione del mondo l'ha fatto con semplicità e onestà: "Entrambi, sia io che Bugno, uscivano da un Giro d'Italia poco brillante, il Giro dell'Appennino valido quale prova di campionato italiano era l'occasione del riscatto, la squadra di Bugno, la fortissima Chateau D'ax, aveva fatto selezione per tutto il giorno, non era stata una corsa difficile da interpretare, bisognava solo stare con i primi ed essere pronti al momento giusto, con Cassani siamo riusciti a farlo, per pochi centimetri ho vinto la volata, dopo il traguardo ero quasi dispiaciuto, avevano fatto tutto loro, ma questo è il ciclismo, la stessa sorte era toccata a me tante volte".