Di strada ne ha percorsa parecchia, anche se quella che conduceva dritto dritto nell’ufficio di commercialista di suo papà Andrea Vidotti ha preferito non intraprenderla mai. «In quell’ufficio non ci sono mai arrivato – dice lui, veneziano trapiantano a Treviso - anche se papà ci sperava come ogni buon padre, ma io ho coronato il sogno di far diventare una professione la mia passione».
Andrea Vidotti, classe ’65, una laurea in Economia e Commercio nel cassetto, oltre ad un Master in Diritto ed Economia dello Sport, è uno dei manager più apprezzati del “circo bianco”. L’inizio è con una leggenda dello sport italiano e mondiale: Alberto Tomba. Da lì in poi collabora con talenti del calibro di Giorgio Rocca e Christof Innerhofer, Nadia Fanchini e Simone Origone, Federico Pellegrino, oltre a Dorothea Wierer, Michela Moioli, Lisa Vitozzi e Sofia Goggia. «Ho sempre avuto nel cuore la montagna e lo sci in particolare – si racconta a tuttobiciweb Vidotti, che tra le altre cose è anche Agente Fifa iscritto all’Albo FIGC dal 1995, oltre che Agente dei Ciclisti iscritto all’Albo della Lega Ciclisti Professionisti -. Con Tomba, nel ’95, sono partito davvero dall’alto. Il pericolo era soffrire di vertigini e finire giù a valle, invece è stata una delle esperienze più belle e stimolanti della mia vita. Stare al fianco di un fuoriclasse del suo calibro è stato il master più prezioso che potessi sostenere e quella esperienza è rimasta indelebile nel mio cuore».
Docente alla Business School del Master in Sport Business Management de Il Sole 24 Ore a Milano e Roma, oggi torna nel mondo del ciclismo dopo qualche sporadica collaborazione con atleti come Stefano Zanini, Paolo Tiralongo e Jacopo Guarnieri. «I miei sono di San Donà e tramite mio padre ho conosciuto Moreno Argentin – racconta sempre Vidotti, fondatore e titolare, insieme a Piergiorgio Paladin, dell'agenzia Ideeuropee, punto di riferimento per l’attività di marketing e comunicazione nel mondo dello sport, ma anche organizzazione di eventi e ufficio stampa -. Ci siamo incontrati tante volte, in un paio di occasioni è stato anche ospite al Panathlon di Treviso dove Moreno è venuto a raccontare la sua esperienza di campione. Adesso è giunto il momento di fare qualcosa assieme. Abbiamo deciso di fare squadra per il progetto Adriatica Ionica Race, che mi è piaciuto immediatamente. Mi è piaciuto un sacco lo spirito che muove questa sfida, basata non solo su un aspetto agonistico, ma mossa e animata soprattutto da un profondo senso culturale. Venezia, la Serenissima, l’obiettivo di arrivare a toccare altre nazioni come Slovenia e Croazia mi piace da matti. C’è tanto da lavorare, ma è un percorso che mi affascina e mi stimola tantissimo. Sarò responsabile della comunicazione con Mattia Bazzoni, e affiancherò Moreno nella strategia di marketing a supporto di questa manifestazione che è nata sotto una buona stella e si è fatta immediatamente apprezzare. Con gli atleti noi cerchiamo sempre di conoscere prima la persona dell’atleta. Puntiamo a individuare i valori e le esperienze da condividere. Per noi è fondamentale essere prima di apparire. Con l’Adriatica Ionica Race dovremo fare altrettanto. Questa non è solo una corsa, ma qualcosa di più che si è appena intravisto e apprezzato. Ci sarà molto da lavorare, e spero anche tantissimo da raccontare».