Caro Direttore,
l'avvicinarsi del Natale dovrebbe, tradizionalmente, renderci anche più buoni. All'evidenza non è così facile per tutti noi, almeno per poco tempo, cambiare abitudini censurabili e allontanare i cattivi pensieri. Se ciò non fosse sufficiente a renderci immeritevoli di benevolenza e dei doni sotto l'Albero Natalizio, mettiamoci pure quello che pare stia diventando uno sport dai confini ultranazionali: anzichè avere il buon gusto di tacere, non si perde occasione di pontificare anche se si è ben consapevoli di essere su di un pulpito sbagliato, che oggettivamente non è degno di apprezzamento.
Per non farla troppo lunga, trovo alquanto... surreale che sia tale Michael Rasmussen, la cui storia ciclistica è ben nota, a "commentare" una ricerca scientifica coordinata dal dott. Nikolai Baastrup Nordsborg in unione ad altri ricercatori dell'Università di Copenaghen (oltre che connazionali, forse parenti di Michael?) circa gli effetti dopanti della somministrazione a mezzo di reinfusione di microdosi di sangue.
A parte la patetica scientificità di questo studio, i cui risultati appaiono di assoluta ovvietà per chi abbia competenze e conoscenze "sul campo" circa i benefìci che la pratica delle micro (o macro) autoemotrasfusioni ha su atleti di discipline sportive quali - tra l'altro e non solo - il Ciclismo, il "COMMENTATORE" non può a mio avviso definirsi nè d'eccellenza, nè, tanto meno, oggettivo e disinteressato.
Per restare alla stretta attualità, e fatte intuibilmente ed ovviamente le dovute differenze, è un po' come se Cesare Battisti, l'assassino matricolato che da anni sta prendendo per i fondelli non tanto il nostro Paese e le sue leggi ma le vittime delle sue efferatezze, venisse a relazionarci o a commentare sull'efficacia e il rispetto delle disposizioni e statuizioni del nostro Ordinamento Giudiziario! Sarebbe, a dir poco, una schifezza di proporzioni colossali. Com'è, nella questioncella che mi ha provocato un leggero mal di pancia, il fatto che sia l'ex ciclista spogliato con disonore di una Maglia Gialla che stava portando in maniera stupefacente (l'avverbio non è casuale) a prendere la parola, e arrabbiandosi pure, per affermare con l'autorevolezza del dopato conclamato "...che il doping ematico funziona...".
Non bastando questa perla di saggezza, camuffato da novello messia dell'antidoping aggiunge che "...non bisogna illudere nessuno sulla purezza dello sport". Se è vero che il mondo del Ciclismo, alla fin fine, è una galassia ove pare non aver trovato ancora posto quel termine, abusato e antipaticissimo ma di straordinara emblematicità, qual è la "rottamazione" di tutto quanto di vecchio - abitudini, modi di ragionare e persone - ne ostacoli ancor'oggi la sostenibilità e l'indispensabile credibilità, altrettanto vero è che vada affrontato con la dovuta serietà l'ineludibile tema della convivenza tra Scienza e Sport. Affidarne a Michael Rasmussen (ma ben potrebbero indicarsi i nomi di tanti altri suoi emuli... ancora in circolazione) valutazioni apparentemente di natura tecnica, per di più di di valenza critica, è spettacolo non certo edificante. E che con il Ciclismo dalla C maiuscola ha ben poco da spartire.
Cordialmente.