Vincenzo si racconta, con la semplicità dei forti e la complicità degli astanti; silenziosi e attenti, rapiti dai racconti di questo ragazzo che è diventato uomo e campione: per molti fuoriclasse. «Noi abbiamo vinto Giri, alcuni di noi anche più di una volta, ma noi che siamo abituati a guardarci e a riconoscerci, sappiamo che Vincenzo fa parte di un’altra categoria: lui appartiene alla ristretta schiera dei fuoriclasse».
A dirlo con assoluta franchezza è Paolo Savoldelli, uno che in carriera ha saputo vincere due Giri d’Italia, e in materia è certamente un docente credibile e affidabile. Con lui in questa serata per una ristretta schiera di amici delle due ruote, organizzata da Alessandra Bianchini e Paolo Oldani di Mediolanum e dal titolo rivelatore: Finanza e ciclismo… salite e discese», è stata ribadita ancora una volta la filosofia di un Gruppo, l’amore per uno sport che da anni è paradigma di un modo di fare finanza, impresa e quindi comunicazione.
Con Paolo Savoldelli ci sono anche Damiano Cunego, che questa mattina è volato in Giappone per salutare sponsor e amici del Sol Levante. E poi Ivan Gotti, sornione e sagace come sempre, con due Giri anche lui nel paniere, e una bella storia da raccontare. «Anche se voi giornalisti avete sempre preferito raccontare cose più gustose e pruriginose: quelle che vi facevano più comodo…», butta lì tra il serio e il faceto. E poi c’è Eddy Mazzoleni, l’uomo squadra, ma anche l’uomo di casa, visto che il convivio è al “Casanova”, nel suo locale di Curno (BG).
Si parla tanto di ciclismo, tantissimo, e molto meno di finanza, anche perché presente c’è anche Fidanza (Giovanni), con Ermanno Brignoli e Paolo Lanfranchi, Andrea Noé, Beppe “turbo" Guerini e Gialuigi Stanga. La serata è presentata con leggerezza da Leopoldo Gasbarro, autore con Ennio Doris di “C’è anche domani”, storia biografica del signor Mediolanum, che parte proprio da un evento di ciclismo, da quella tappa del Giro d’Italia del 1953, quando per Fausto Coppi sembrava tutto finito e invece il giorno dopo, su quel primo Stelvio (Bolzano-Bormio), il Campionissimo annichilì Hugo Koblet e si aggiudicò la corsa rosa per la quinta volta in carriera.
E quella speranza, che è data dal domani e da un oggi sempre più intenso, l’ha raccontata magistralmente sotto lo sguardo attento di Rachele e della piccola Emma anche Vincenzo Nibali, rievocando quel Giro che pensava perso e poi è riuscito ad aggiudicarsi nella primavera di due anni fa. Un Giro perso ad Andalo e riconquistato in un domani e in un dopodomani con le tappe di Risoul e di Sant’Anna di Vinadio «grazie al lavoro eccezionale e impagabile di un caro amico che non c’è più: Michele Scarponi».
Quaranta minuti di storie e aneddoti, volati via in un attimo. Saremmo stati lì fino all'alba: ma c'è anche domani…