«Pensa la sfortuna, l’ho visto sul telefonino perché ero sul treno da Roma a Milano, bloccata da tre ore. Avevo lasciato Emma dai nonni, tornavo a casa perché dovevano venire a ripitturare il camino, e martedì avevo uno stage del nuovo lavoro. C’era Vincenzo per terra, per un attimo ho visto il suo viso sofferente, mi sono accorta che tratteneva il respiro, lui che di solito si alza come un gatto».
Rachele Perinelli è la signora Nibali da quasi sei anni, lo ha sposato dopo pochissimo che si conoscevano, i colpi di fulmine funzionano così, «ho fatto una follia». Rachele, ipnotici occhi chiari, è la mamma di Emma Vittoria, che aveva pochi mesi quando il suo papà vinse il Tour. «Quando l’ho visto in terra ho immaginato subito che ci fosse qualcosa di rotto perché lui ha una soglia del dolore molto alta. Poi ho visto che ripartiva ma quell’immagine del suo viso sofferente mi era rimasta dentro, ero dubbiosa. Al traguardo mi hanno detto che era tutto ok, ma dopo dieci minuti Michele (Pallini, il massaggiatore, ndr) mi ha chiamato e mi ha detto: lo portiamo all’ospedale».
ALLEGRIA. Hai voglia di rivederlo ma speri che sarà il più tardi possibile, magari sul podio. E l’ultima cosa che vuoi è sapere che gli esami hanno confermato una frattura vertebrale. «I primi due giorni stava tutto sommato bene, oggi è già più bloccato, immagino che la muscolatura si sia raffreddata. E poi dorme poco, ed è strano, lui che dorme sempre: ma un po’ gli fa male la schiena, un po’ ci rimugina sopra. Sa di aver buttato via tutto l’inverno, cerca di non fissarsi troppo ma è normale ripensare a tutte le volte che una caduta sul più bello gli ha portato via qualcosa. Il Mondiale di Firenze, le Olimpiadi, ora il Tour. Difficile farsene una ragione». Mesi di sacrifici, di lavoro, di allenamenti e di lunghi ritiri. Mesi che pesano anche sulla vita familiare. «Domani vado a riprendere Emma dai nonni, così mette un po’ di allegria». I nonni sono i genitori di Rachele, che vivono ad Acuto, in provincia di Frosinone.
FORTUNA. Vincenzo ha eletto Rachele sua «assistente personale» nella delicata fase di recupero. «Non so se è una fortuna. I momenti in cui è fumantino sono diminuiti negli anni, ma ce li ha sempre», e la sua risata riempie la casa. «In questo momento razionalizza, almeno per queste due settimane. Vediamo quando potrà tornare a pedalare. E comunque il tempo non è tanto, la Vuelta si avvicina, facevamo i conti dei giorni proprio ieri». E Vincenzo non vuole perdere anche il secondo obiettivo stagionale, il Mondiale di Innsbruck. «Lo prendo in giro tutti i giorni, lo chiamo Tutankhamon da quando porta il busto. Cerco di tenerlo su di morale». Ieri il consulto dal neurochirurgo, e ogni giorno il lavoro in piscina per scaricare la colonna. «No, non lo vizio. Anzi, l’ho tenuto a stecchetto, ho tagliato tutto per paura che ingrassi adesso che è fermo, e lui si lamenta che non gli do niente da mangiare. Però quando è tornato sono andata a prendergli una crostata con i pinoli e la crema cotta. E’ che Vincenzo è troppo goloso, così l’ho fatta sparire. Gli avevo telefonato per sapere cosa voleva per cena, e mi ha chiesto soltanto un hamburger». Che cosa fa Nibali quando non si allena? Rachele ride ancora. «E’ già lì che smanetta con tutto quello che c’è in casa, ieri sera ha smontato la presa del phon e l’ha trasformata in una presa svizzera, alle dieci e mezza... Se no c’è il computer, il robottino che pulisce la piscina, va bene qualsiasi cosa. Se hai bisogno di qualche lavoretto in casa te lo mando». Una risata così è la migliore delle cure.
dal Corriere dello Sport