Massimiliano Sala è medico sociale del Manchester City ma da sempre ha la passione per la bicicletta. E ha deciso di partecipare, il mese scorso, alla Race Across America, una gara di ultraciclismo, la più dura del mondo. Un “coast to coast” per un totale di 5 mila chilometri da percorrere in un massimo di 12 giorni.
«Vorrei raccogliere fondi per la Fondazione del Manchester City, che da trent’anni si occupa di bambini disabili. In questa città 1 bimbo su 5 ha problemi di disabilità. Il perché? Qualità della vita, congiunzioni genetiche (leggi DNA, ndr). È un’area molto endemica, tanti possono essere i fattori di rischio» ci aveva spiegato illustrandoci la sua impresa.
Purtroppo l'avventura di Massimiliano Sala non è stata coronata da successo e anzi ha toccato momenti di dramma assoluto. A raccontarcelo è lo stesso Massimiliano: «Purtroppo la mia avventura non è andata come volevo. Mi hanno fermato dopo 2000 miglia, quindi a 2/3 di gara».
Cosa è successo?
«Dopo 1400 miglia ho avuto un problema neurologico alla cervicale e non potevo tenere la testa dritta. Non riuscivo a vedere la strada ma non mi sono fermato. Dopo circa 1800 miglia mi hanno ricoverato per colpo di calore. Io non ricordo nulla, quindi mi fido. Sono ripartito ma purtroppo qualche ora dopo, nel corso della notte, in discesa sono caduto e ho riportato un trauma cranico, dopo che ho sbattuto la testa contro il guardrail e sono volato nel fosso. Anche lì mi sono rimesso in bici e ho continuato ma qualche ora dopo la Race director e la mia Crew mi hanno fermato perché sbandavo troppo ed ero troppo confuso. È stata la delusione più grande della mia vita. Io volevo continuare ma me lo hanno impedito».
Ora come stai?
«Sono tornato a casa e mi hanno fatto tutti gli esami perché sospettavano la presenza di un ematoma intra cranico. Fortunatamente l'esito è stato negativo. Però non possso andare in bici e non posso fare attività fisica per un mese. Hanno stilato una diagnosi di trauma cranico con riduzione delle funzioni cognitive. Io mi sento molto meglio adesso anche se sono ancora un po’ rallentato e ho qualche problema di forza e coordinazione nelle mani. Passerà e tornerò in sella. Questa storia non può finire qui. Ve lo prometto».
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