Aveva battezzato questa tappa come la meno indicata alle sue caratteristiche, ma con una condizione così eccezionale Elia Viviani può davvero spingere l’asticella in alto. È sua la seconda frazione della Adriatica Ionica Race 2018 dopo una volata perfetta per tempismo e strategia a Maser.
Ormai è diventato difficile vederti con la maglia della QuickStep.
«Finché vesto maglie diverse è davvero bellissimo. Oggi bella volata per la maglia punti, spero di portarla fino alla fine. Tenere duro dopo il Giro è uno sforzo di testa e sotto questo profilo non ho mai avuto problemi. Il fisico sta altrettanto bene, ho lavorato al meglio per una settimana e ora raccolgo i risultati».
Come è andata la tappa?
«Abbiamo deciso di tirare il gruppo da subito, perché cerchiamo di difendere la maglia di leader quando siamo in testa. Il grande punto interrogativo era il finale movimentato, così abbiamo aumentato ritmo prima di Asolo, ma come avevamo previsto sono arrivati degli attacchi, così ci siamo messi in difesa e Terpstra è stato fondamentale per chiudere su Brambilla, Conti e Canola. Dunque, è stata questione di sprint senza quasi più gambe per tutti. Gli ultimi 100 metri sarebbero stati decisivo, con la semicurva, lo sapevo che si doveva chiudere da quel lato».
Hai battuto il tuo amico Consonni.
«Consonni è classe 94 è da anni che dico che è un talento sul quale l’Italia deve puntare. È arrivato secondo al mondiale Richmond under 23 e nella categoria superiore ai classe 90 è uno dei talenti migliori. È un componente fondamentale del quartetto, ha testa e gambe. Quando va forte in salita è un corridore che può competere in grandi corse come le Classiche. Ha vinto la sua prima gara da pro settimana scorsa e io sono un grande suo fan».
Oggi è stata una tappa molto dura anche per il grande caldo.
«Potrebbe sembrare una tappa tranquilla se si legge solo il dato sul ritmo poco alto, ma è stata resa dura dalle temperature alte. Perché in queste condizioni ogni sforzo lo paghi. Vedevo tutti bianchi di sale e di sudore. Ognuno aveva solo un grande scatto da spendere e se lo voleva giocare bene. Purtroppo per noi, due compagni sono caduti nel finale, Asgreen ieri ha tirato tutto il giorno ed è stato fondamentale. Da neopro debuttare così è fenomenale. Inoltre sono caduti anche Knox e Narvaez e abbiamo perso due uomini per la classifica, la vittoria è per loro».
Non credi di poter competere all’Italiano, troppo duro?
«La condizione è super, ho riposato dopo il Giro e recuperato bene, in una normale condizione non sarei mai arrivato a fare una volata così in una tappa come oggi. Ma l’Italiano è troppo duro, perché quando lo strappo finisce si scende e dopo 3km si arriva. Ed è molto lunga. Partecipo ma non sono favorito. Non è come quello di Nizzolo nel 2016, perché se il percorso fosse stato lo stesso allora sarebbe stato più vicino alle mie caratteristiche. Vedo Gasparotto, Brambilla oppure Colbrelli come papabili. Inoltre, noi partiremo in quattro, altri in dieci o dodici.».
È il tuo migliore anno su strada?
«Sì, indubbiamente. Mi manca solo una Classica, ma se consideriamo il periodo da Agosto scorso finora è il miglior anno di sempre. Ci sono altre classiche sulle quali puntare come la London Classic e Amburgo oltre che Plouay e proverò a mettere in cascina un altro successo».
State puntando al record stagionale di vittorie di squadra?
«I record ci piacciono perché sono da battere. Attualmente è di 61-62 successi in un anno ed è ancora lontano, ma il ruolino finora è stato notevole. Stiamo facendo un po’ di secondi posti, ma fanno parte del ciclismo».
Da Maser, Diego Barbera