I genitori di Lorenzo Mark Finn, laureatosi campione del mondo nella categoria juniores a Zurigo a settembre, sono riusciti a fare una sorprese di quelle che solitamente si vedono solo nei film. Chiara Iperti e Peter Finn avevano detto a Lollo che sabato sera sarebbero andati a cena in un sagra in programma a Salto, nella frazione del Comune di Avegno dove abitano. Una scusa plausibile in quanto la Società di Nostra Signora del Rosario, durante l'arco della stagione, è teatro di molti eventi gastronomici. Non solo buona cucina, ma tanto tifo per questo campione di casa che piace proprio a tutti, per come corre in bicicletta, ma anche per quel sorriso e l'aspetto, non solo l'aspetto, da bravo ragazzo mentre ti guarda negli occhi. Non a caso davanti alla società, sull'asfalto della tortuosa sp. "333 di Uscio", si legge ancora la scritta: "Dagghè Finn". Era un incoraggiamento, in vernacolo, preparato in occasione della seconda tappa del Giro della Lunigiana, la Portofino - La Spezia, poi annullata causa allerta meteo, che avrebbe dovuto passare pressoché davanti a casa.
Insomma una serata in famiglia. Ma quando Lollo ha aperto la porta del locale ha visto un mondo a lui ben conosciuto, il mondo dei suoi primi 18 anni di vita. Parenti, amici di famiglia, colleghi di lavoro dei genitori, tifosi, compagni di scuola, giovani ciclisti con i quali ha condiviso i primi anni nelle categorie minori e soprattutto quanti hanno iniziato a forgiarlo nell'attività sportiva, il primo allenatore, meccanici e massaggiatori. C'era tutto il mondo iridato di Lollo pronto ad accoglierlo con un caloroso applauso. Un lavoro certosino quello di Chiara e Peter, basti pensare che era presente persino Domenica "Mimma" Berardi, la maestra dell'asilo nido di Recco "Giardino dei girasoli" che Lollo ha frequentato da nove mesi sino a tre anni.
Un po' è rimasto stupito, commosso, ha salutato tutti per dare inizio ad una serata che non dimenticherà tanto facilmente. Dall'artista Angelo Gnecco, ambasciatore di Genova nel mondo, ha ricevuto in dono il modellino di una barca che in passato Gnecco, buon ciclistica dilettante nel secolo scorso, ha consegnato a tanti atleti famosi, tra tutti due ciclisti iridati: Gianni Bugno e Paolo Bettini.
Poi la cena e l'immancabile taglio della torta, pochi gli interventi, come deve essere nelle feste, ma le parole di Andrea Manitto, il primo allenatore non potevano mancare. Andrea per forgiare Lollo ha fatto tanti sacrifici, in sostanza, lui che abita a Ceranesi nell'hinterland genovese, doveva recarsi, in scooter, nel Tigullio per seguire il suo ragazzo. Questi sono i tecnici che fanno bene al ciclismo, quanti si impegnano a costo di tanta fatica a favore dei giovani, un lavoro oscuro ma preziosissimo.
"Quando mi sono reso conto che Lollo andava più forte in salita che in pianura ho capito che sarebbe diventato un campione" dice Andrea e sottolinea un'altra caratteristica: "Ha doti di recupero impressionanti". Si fa presto a fare i conti, va forte in salita, a cronometro, ha doti di recupero, non ci sono dubbi: tra qualche anno i tifosi l'aspettano sulle strade del Giro d'Italia e del Tour de France. Ma la sorpresa maggiore arriva ancora da papà Peter che ha confezionato un video dove racconta la vita di Lollo. Bambino, insieme ai nonni, pronto per le feste di Carnevale vestito da guerriero, dote che sicuramente mantiene tutt'ora. Gli sport: il calcio, il piano A, il tennis, il piano B e infine il ciclismo, il piano C, ma questo non è un piano, è un grattacielo destinato ancora a crescere. Frasi in tre lingue, italiano, inglese e tedesco, condite di humour decisamente anglosassone. Lollo sembra sempre lo stesso di quando era bambino, il sorriso, lo sguardo buono, ma dietro c'è tanta determinazione e costanza. Inutile nasconderlo il ciclismo italiano si aspetta molto da lui, vuole tornare ad essere protagonista, come è sempre stato, nel mondo, con Lollo può riuscirci. Come dicono a Salto: "Dagghé Finn" siamo tutti pronti ad applaudirti.