Remco Evenepoel ieri ha deciso di dedicare qualche minuto alla stampa di casa. Questa doveva essere l’intervista rilasciata al temine dei campionati nazionali della scorsa settimana, ma il corridore della Soudal-Quick Step non ha partecipato per questioni di salute, così ieri ha voluto comunque incontrare via zoom alcuni media. «Mi sento abbastanza bene, ma molti corridori hanno lasciato il Delfinato con il raffreddore e alcuni anche con qualcosa di più serio – ha detto Evenepoel riferendosi ai casi di Covid -. Ho avuto la fortuna di non aver preso nulla di serio, poi mi sono allenato con il maltempo per alcuni giorni e il mio corpo ne ha risentito. Non sono mai stato molto male, ma avevo una frequenza cardiaca leggermente elevata».
Il belga però non si è mai fermato e, anche se non ha partecipato alle prove nazionali, ha deciso di fare alcune ricognizioni sul percorso del Tour e tra queste c’era la cronometro da Nuits-Saint-Georges a Gevrey-Chambertin.
«Stavo veramente male e non ho preferito fare la ricognizione della cronometro del Tour rispetto ai Campionati nazionali. Quella ricognizione della cronometro era stata già pianificata. Avevo un lieve raffreddore e per questo ho provato il percorso con calma, senza andare in profondità. Pedalare a tutto gas non sarebbe stato intelligente. Sono sincero, avrei preferito correre il campionato nazionale».
Evenepoel si è allenato in altura e, nonostante le temperature rigide di un'estate che tarda ad arrivare, è riuscito a portare a termine il suo programma di allenamento.
«Faceva abbastanza freddo. Abbiamo iniziato e finito con il brutto tempo, ma in generale ho potuto allenarmi bene e recuperare nel modo corretto e anche per il peso mi trovo dove volevo essere».
La Soudal-Quick Step si presenta con una squadra forte ed Evenepoel è soddisfatto dei compagni che correranno con lui il Tour. «Naturalmente non sono stato io a decidere al cento per cento chi sarebbe venuto con me al Tour. Ma penso che partiremo con una delle migliori squadre, date le risorse di cui disponiamo. Purtroppo Mattia Cattaneo è malato e non potrà venire. Questa è certamente una grande perdita, ma Louis Vervaeke sarà in grado di prendere il suo posto. Il nostro team è molto stabile ed esperto e possiamo dire di avere un po' di tutto. Yves Lampaert, Gianni Moscon e Casper Pedersen sono i nostri passisti e uomini di fatica. E con Mikel Landa, Jan Hirt e Ilan Van Wilder abbiamo tre scalatori puri».
La nazionale belga ha annunciato chi saranno i corridori che andranno alle Olimpiadi e con Evenepoel, ci saranno Wout van Aert, Jasper Stuyven e Tiesj Benoot.
«Sapevamo da un po’ quali sarebbero stati i corridori per le Olimpiadi. Non penso che sia stata una scelta facile per il nostro tecnico Vanthourenhout. C'erano già due posti stabiliti da tempo per me e Wout, quindi si potevano scegliere solo altri due corridori. Penso che Jasper e Tiesj abbiano meritato la loro convocazione. Entrambi hanno avuto una primavera molto positiva. Jasper stava molto bene prima della caduta di marzo ad Attraverso le Fiandre. Alla Ronde e alla Roubaix avrebbe davvero potuto competere per i posti migliori. E Tiesj è una certezza. Naturalmente anche altri uomini che non sono stati scelti e meritavano di andare a Parigi, Jasper Philipsen e Arnaud De Lie, per esempio. Anche Quinten Hermans avrebbe potuto fare qualcosa sul percorso di Parigi».
Il tecnico Vanthourenhout ha scelto Benoot, un uomo che storicamente ha sempre corso per Van Aert e questo potrebbe far pensare che alle Olimpiadi, il Belgio possa correre con due leader o favorire uno. «Non credo ci siano stati favoritismi, sono stati scelti corridori che vanno tutti d’accordo tra loro. Appartengono alla stessa classe, mentre io ho sei anni di meno e appartengo a una generazione diversa. Jasper e Tiesj hanno meritano davvero il loro posto. Se la squadra olimpica su strada fosse stata composta da cinque uomini, sarebbe stato più semplice nominare qualcun altro che avrei chiesto io. Siamo tutti professionisti, tutti sapremo quali sono i nostri compiti e non ci saranno problemi».
Questo è l’anno delle Olimpiadi, che sono, come di consueto, attaccate al Tour. Ci sono corridori che hanno puntato come obiettivo principale la corsa a cinque cerchi, mentre altri il Tour. Per Remco invece, si potrebbe trattare di una doppia scelta.
«In un anno olimpico può essere normale che il pensiero vada ai Giochi più che a qualsiasi altra gara, ma per me quest’anno è il primo vero Tour e voglio essere al massimo e dare il massimo. Dividiamo il mese di luglio in due periodi, ma sono entrambi estremamente importanti. E io sono iperambizioso per entrambi».