Dylan Groenewegen ha 30 anni e i successi per lui in carriera sono 69, di cui 6 nella stagione appena terminata. Nel 2024 vuole migliorare e, anche se nel suo Team Jayco AlUla ci sono corridori come Michael Matthews e Caleb Ewan, vuole essere lui il velocista di punta della squadra per il prossimo Tour de France.
Vincere uno sprint di gruppo è sempre più difficile, ma Groenewegen è certo di poter tornare a brillare come nel 2019, quando in una sola stagione era riuscito ad essere il più veloce sulla linea del traguardo, per ben 15 volte.
«Non penso che sia necessariamente diventato più difficile vincere delle tappe. Penso solo che lo sprint si stia evolvendo – ha detto il trentenne corridore che ha conquistato cinque tappe al Tour de France - Al giorno d'oggi intere squadre non corrono più al servizio di un unico velocista. Basta guardare la mia squadra e la mia leadership condivisa con Simon Yates nel Tour della scorsa estate. Ora ci sono spesso tre o quattro corridori in un treno di velocisti di una squadra».
Oggi vincere è sempre più difficile e nelle volate, il successo spesso, viene conquistato dalla squadra che ha il treno più veloce. «Può darsi che il percorso delle tappe sia diverso rispetto a prima. Una corsa può diventare più difficile anche a causa delle salite o perché anche il gruppo rende la corsa più dura. Penso che Jasper Philipsen al Tour abbia avuto il miglior equilibrio. Ma sicuramente ho anche la convinzione che avrei potuto avere delle vittorie anche io».
Al prossimo Tour de France Groenewegen avrà a che fare con i migliori velocisti del mondo e tra questi ci sono due vecchie conoscenze: Fabio Jakobsen e Mark Cavendish. Le vicende che riguardano Groenewegen e Jakobsen risalgono al 2020, quando nel finale della prima tappa del Giro di Polonia Groenewegen fece finire oltre le transenne Jakobsen, che a causa delle ferite riportate, rimase diversi giorni in coma farmacologico. Tra i due velocisti non c’è mai stata una grande amicizia e Groenewegen, anche se ha sempre riconosciuto le proprie colpe, ha sempre detto che non aveva mai avuto un rapporto di amicizia con l’avversario. «Non è mai stato mio amico e non lo è nemmeno adesso – ha spiegato Groenewegen - È comunque un grande ciclista, quando c’è stato l’incidente era il periodo del Covid, il mio stop è durato molto tempo, sono stato sospeso e quindi non ero più sicuro del mio livello. Inoltre, mia moglie era incinta e la nascita del nostro primo figlio è stata complicata e quindi il ciclismo per me non era più al primo posto». Mayson, il figlio di Groenewegen, è nato prematuro e nei mesi successivi alla nascita è stato sottoposto ad alcuni ricoveri e per questo il velocista olandese non aveva più la concentrazione necessaria per essere il più veloce in una volata.
Per quanto riguarda il suo rapporto con Cavendish, le cose sono diverse e per il campione britannico Dylan ha un forte rispetto e spera che possa battere il record di vittorie al Tour de France che condivide con Eddy Merckx. «Dove non ha vinto Mark? Farà di tutto per battere il record di Eddy Merckx. È il velocista più intelligente nel finale e forse il miglior sprinter di tutti i tempi».