C’è un clima surreale alla partenza di Tubach, tra i pullman sguardi bassi e tristi. È la settima tappa del Tour de Suisse, il giorno dopo la tragica scomparsa di Gino Mader in seguito alla terribile caduta nelle fasi finali della frazione con arrivo a LaPunt. Il suo team, la Bahrain Victorious decide di non partire, lo stesso fanno Intermarché Wanty Gobert e Tudor Pro Cycling, altri sono indecisi sul da farsi. I corridori parlano poco, non riescono a trovare le parole per quello che è successo, non sono ancora riusciti a processare la perdita di un compagno e di un amico.
Il campione del mondo Remco Evenepoel parla a lungo con il direttore di corsa e con i rappresentanti del sindacato dei corridori, è uno dei pochi, forse per il potere della sua maglia, a tracciare ai giornalisti il suo punto di vista riguardo la situazione. «Non è un momento facile, ma ritengo si debba andare avanti- ci dice immediatamente Evenepoel- tra ieri e oggi ho parlato molto con l'organizzazione e anche con tutti i corridori in gruppo in particolar modo con la mia squadra in modo tale da prendere una decisione che coinvolga tutti. Credo che la prima cosa da fare sia seguire la richiesta di privacy della famiglia e del team, Gino amava il ciclismo e sicuramente vorrebbe che la gara continuasse, dobbiamo andare avanti e farlo per lui rispettando tutti quelli che decidono di fermarsi. Con la direzione di gara abbiamo concordato un modo per garantire comunque lo spettacolo, ma avere più sicurezza».
Evenepoel, come la maggior parte del gruppo, ha deciso di continuare, ma la sua voce esprime tristezza, un senso di disorientamento che oggi è comune in gruppo. «Mi sento molto triste, chiunque avrebbe potuto trovarsi al suo posto- prosegue Evenepoel - sono tante le domande che abbiamo, forse avremmo potuto evitare l’incidente oppure no, sinceramente non ho risposte. Non faccio altro che pensare a Gino, l’altro giorno pedalava accanto a me e ora non c’è più, abbiamo bisogno di processare tutto quello che è successo e presumo ci vorrà del tempo. Il mio pensiero va a tutta la sua famiglia che ieri ci ha accompagnato nella pedalata in suo onore, ho incontrato la madre, era distrutto ed esprimo ancora la mia vicinanza. Oggi ripartiamo, ma sicuramente sarà qualcosa di diverso perché il pensiero di tutti è con Gino, la gara effettiva sarà solo domani».