Un primo e sessanta secondi è il sottotitolo del libro di Giovanni Visconti, dato alle stampe qualche giorno fa e scritto con il collega Enzo Vicennati, una vita a BiciSport e una nuova vita alla direzione di Bici.Pro con Emiliano Neri e Luciano Crestani, soci d’avventura di Enzo.
Un primo e sessanta secondi non è un menù, ma un racconto, un diario di viaggio, uno specchio nel quale riflette l’immagine di Giovanni, per gli amici “Visco”, tre volte campione d’Italia, tantissime volte, almeno sessanta volte secondo, a significare che nella vita spesso sono più i piazzamenti delle vittorie, i momenti bui rispetto a quelli luminosi. È stato così anche per il più vincente di tutti, per il Cannibale Eddy Merckx che di vittorie ne ha raccolte 525, di cui 445 solo tra i professionisti, ma le sconfitte sono di gran lunga di più. Anche per lui.
In questo libro che è un po’ diario e specchio Giovanni si racconta a Vicennati con disarmante franchezza e generosità. Ci sono i suoi sogni di bambino, il desiderio di diventare un grande corridore, la consapevolezza di poter diventare qualcuno, ma anche le paure e le ansie, gli attacchi di panico e la sferocitosi, così come i problemi alla tiroide. C’è quella Fiat Uno e c'è papà Antonino che lo scarrozza in giro per la Sicilia e lo andrà a riprendere diciotto anni dopo, nella sua ultima corsa da professionista; un viaggio a ritroso nel tempo avvolto nel silenzio più sacro, a tratti violento, come solo i distacchi sanno essere, con quel senso di fine che ti avvolge e ti permea l’anima.
In questo libro Giovanni Visconti si mette a nudo, senza tante protezioni, senza nessuna ipocrisia, senza tante indulgenze, anche se alla fine, giustamente, si assolve e si dice soddisfatto, per quello che è riuscito a fare nel mondo della bicicletta. Ci sono anche e soprattutto i suoi sbagli, dettati da tante situazioni, da quel desiderio di mettersi costantemente in gioco, di provare a fare altro e al contempo di cercare sempre chi crede davvero e incondizionatamente in lui.
E allora c’è l’errore di aver lasciato la Quick-Step, dopo essere stato voluto espressamente da Paolo Bettini. C’è l’errore di aver lasciato la Movistar, per seguire Nibali al Team Bahrain. C’è l’orgoglio siciliano di un bimbetto che sognava i grandi traguardi e solo in parte li ha raggiunti. Carattere vincente, Giovanni, ma anche fragile. E lui non fa si fa sconti: si racconta con quel rigore che l’ha fatto diventare corridore professionista. Un primo e sessanta secondi è un libro, ma anche un diario, un prontuario di appunti e pensieri, uno specchio nel quale Giovanni si riflette. E, ad alta voce, riflette.
GIOVANNI VISCONTI. Un primo, sessanta secondi.
con Enzo Vicennati
172 pagine
collana Pagine Alvento, di Mulatero Editore 21 €