Michael Matthews è felice, felicissmo e abbraccia tutti i compagni uno ad uno, ragazzi che oggi si sono votati alla sua causa e hanno dato un contributo eccezionale per arrivare alla vittoria.
«Sono senza parole, perché tornare dopo alcuni mesi a vincere è davvero incredibile. Al momento non ho tante parole, dico solo che ho ottenuto più di quanto potessi sognare. Il piano tattico è riuscito alla perfezione, siamo riusciti a staccare Pedersen sulla salita, poi è rientrato ma evidentemente ha speso. Il mio Giro? Sono venuto qui per divertirmi e per essere d'aiuto alla squadra: oggi sono veramente felice».
Poi la confessione: «Qualche settimana fa dubitavo di voler fare ancora il ciclista. Ultimamente ho avuto così tante battute d’arresto che chiunque avrebbe deciso di abbandonare il ciclismo».
Il velocista del Team Jayco AIUla ha conquistato la sua decima vittoria in un grande giro: 4 successi al Tour de France, tre alla Vuelta e adesso anche tre al Giro.
«Sono rimasto senza parole, questo risultato è più di quanto potessi sognare. Ho la pelle d’oca perché questa per me è molto di più di una semplice vittoria».
Sono passati quasi trecento giorni da quando Matthews ha vinto la sua ultima corsa, era la quattordicesima tappa del Tour de France con arrivo a Mende e successivamente aveva ottenuto un secondo posto al GP del Québec. «Pensavo di continuare a ottenere dei risultati di rilievo, dopo quello che avevo fatto, ma invece sono finito su una specie di montagna russa da cui non riuscivo più a scendere».
Matthews è stato assente sia alla Milano-Sanremo che in quasi tutta la primavera fiamminga. L’australiano è stato colpito dal Covid e il suo fisico ha faticato molto per riprendersi completamente. Poi ci sono state le cadute al Giro delle Fiandre, che lo hanno costretto ad abbandonare la corsa. «Tutte queste battute d'arresto mi hanno portato a fare delle riflessioni e non sapevo se volevo continuare ancora con questo sport. Ho così deciso di lasciare la bici per alcune settimane, perché avevo la necessità di pensare. Poi ho capito che il mondo dello sport e il ciclismo erano ancora una parte importante della mia vita».
I dubbi al via della corsa rosa erano tanti, ma l’australiano aveva le idee chiare e sapeva che sulle strade italiane avrebbe dovuto cercare un risultato importante. «Ho recuperato il divertimento in bici, era qualcosa che mi mancava da tempo. Avevo troppe pressioni e questo mi aveva fatto dimenticare il motivo per il quale avevo deciso di diventare un ciclista. In questo Giro d'Italia ho spento il cervello e ho fatto finta di pedalare con un gruppo di amici. Oggi ho corso con puro istinto, senza pensare. Quando sono uscito dall'ultima curva avevo il sorriso sul mio viso ed è lì che ho capito che ce l'avrei fatta».