L'argomento è di delicatezza estrema e di non facile soluzione, basti pensare che i vertici dello sport mondiale ne stanno dibattendo da anni ma non c'è ancora una soluzione univoca e capace di mettere tutti d'accordo.
Austin Killips, nato maschio a Chicago 27 anni fa ma nel frattempo divenuto donna, è diventata la prima atleta transgender a vincere una gara del calendario ufficiale Uci dopo l'adozione delle nuove norme (prima di lei c'era stata Natalie Van Gogh, élite dal 2012 al 2021 , vittorosa tra l'altro in una tappa del Belgium Tour). È accaduto al Tour of the Gila (New Mexico), prova di classe 2.2.
Killips si è aggiudicata la prova vincendo la quinta ed ultima tappa e conquistando, oltre che la generale, anche la maglia di miglor scalatrice. Un successo che ha scosso il mondo dello sport statunitense e riportato alla mente quelli nel nuoto di Lia Thomas e ha riacceso le polemiche sulle atlete transgender che gareggiano in eventi femminili. Nella classifica generale Austin Killips, che corre per la Amy D Foundation, ha preceduto la messicana Marcela Prieto (Pato Bike BMC Team) di 1’29” e l’altra statunitene Emily Ehrlich della Virginia’s Blue Ridge di 1’33”.
Inga Thompson, tre volte alle Olimpiadi con la nazionale statunitense e vincitrice di tre argenti in altrettanti Mondiali su strada (1987, 1990 e 1991), è stata la più critica, sostenendo che l’Uci - la Federazione mondiale - sta «uccidendo il ciclismo femminile».
Killips, che ha iniziato a correre nel 2019 e gareggia anche nel ciclocross, ha scritto su Instagram: «Dopo una settimana di sciocchezze su Internet, sono particolarmente grata a tutti coloro che nello sport continuano ad affermare che Twitter non è la vita reale. Amo le mie colleghe ed avversarie. Sono grata per ogni opportunità che ho di imparare e crescere come persona e atleta insieme».
«Austin è l’equivalente ciclistico di Lia Thomas», ha ribattuto Thompson, intervistata dal Telegraph Sport. Lo scorso anno Thomas ha vinto un titolo collegiale femminile degli Stati Uniti (che poi le è stato tolto), dopo essersi classificata 554a a livello nazionale nella equivalente categoria maschile. «Abbiamo più di 50 donne transgender in questo sport. E quello che sta succedendo, nell’indifferenza, è che le donne se ne vanno. Abbandonano senza nemmeno provare più a protestare» ha sottolineato Thompson.
Dura pure la reazione dell’argento olimpico canadese Alison Sydor, per la quale la partecipazione di Killips alla gara «non è diversa dal doping». L’Uci, con una nota, ha difeso le proprie regole, sottolinenado che «si basano sulle più recenti conoscenze scientifiche e sono state applicate in modo coerente». E ha aggiunto che «continua a seguire l’evoluzione delle scoperte scientifiche» e che «potrebbe cambiare i propri regolamenti in futuro con l’evolversi di queste».
Alle donne transgender era richiesto di abbassare i loro livelli di testosterone a 2,5 nmol/L per un periodo di 24 mesi prima di competere in eventi femminili. Nel 2022 l’Uci - dopo essere stata portata sotto i riflettori per la vicenda della britannica Emily Bridges, una delle concorrenti transgender di più alto profilo del ciclismo - ha inasprito le regole sull’ammissibilità, portando il livello a 5 nmol/L per 12 mesi.
foto da twitter Tour of the Gila