Quello che è appena trascorso è un Natale che Umberto Marengo di certo non dimenticherà. Prima di tutto perché è stato il primo, speciale, passato insieme al figlio Leonardo, nato ad aprile, e poi perché è finalmente riuscito ad impostare il futuro prossimo. Rimasto senza squadra dopo il ridimensionamento della Drone Hopper-Androni Giocattoli, il 30enne di Collegno ha infatti deciso di accantonare per un momento la bici da strada e saltare in sella alla MTB, disciplina alla quale si dedicherà nel 2023.
Umberto ha infatti chiuso in questi giorni un accordo con il negozio Cicli Boscaro di Pianezza, provincia di Torino, a pochissimi chilometri da casa sua, che ogni anno allestisce la Boscaro Racing Team, del quale farà appunto parte l’atleta ex Vini Zabù e Bardiani. Il piano iniziale della squadra piemontese era quello di aspettare il 2024 per ingaggiare un corridore elite, ma la possibilità di avere tra le proprie fila un atleta nel pieno della maturazione fisica e con alle spalle una carriera da professionista di alto livello li ha spinti ad anticipare i tempi di un anno.
«Mi son sempre piaciute le sfide e questa è una di quelle. Mi lancio in questo mondo di cui, sinceramente, non so molto ma del quale voglio approfondire ogni aspetto – racconta Marengo, che all’occorrenza darà una mano anche in negozio -. L'idea è quella di fare le Marathon più importanti a livello nazionale, ma ho tanto da imparare e sono sicuro che all'inizio prenderò molti schiaffi. È un'opportunità che è nata ad ottobre, ma che si è concretizzata solamente in questi giorni perché prima ho provato a vedere se le vie per continuare la mia carriera su strada erano davvero tutte sbarrate».
La gioia di lanciarsi in questa nuova avventura si mischia all’amarezza di aver dovuto interrompere il suo percorso su strada, lui che era passato professionista nel 2019, a 26 anni, dopo tanti anni di gavetta per inseguire il sogno di fare il grande salto. Nel suo palmares spicca la vittoria di tappa al Tour of Utah 2019, oltre alle numerosissime fughe al Giro d'Italia e gli sprint per i traguardi volanti che hanno spesso movimentato le tappe più soporifere della Corsa Rosa.
«Il dispiacere c'è, perché ho impiegato diversi anni per guadagnarmi la chance di diventare professionista e quest'anno, con l'apparente grande progetto Drone Hopper, sembrava essere l'anno giusto per fare un altro passo in avanti. Invece, purtroppo, ha sancito la fine dei giochi – prosegue Marengo -. Sono stati mesi davvero complicati, mi ritengo fortunato ad aver trovato questa soluzione ed essermi garantito un futuro. Devo davvero ringraziare Cicli Boscaro per l’opportunità e con loro la mia compagna Ornella e mio figlio Leonardo, le mie vere forze, che mi hanno sempre sostenuto e solo loro sanno quanto sia stata dura attraversare questo periodo. Tuttavia, non nascondo che sogno ancora di tornare ad essere un professionista (farà il Campionato Italiano su strada, ndr), per quanto sappia che sarà molto difficile, ma chi lo sa. Poi magari finisce che la MTB mi piace più che la strada e il problema non si pone».
Dal punto di vista atletico la transizione strada-fuoristrada non dovrebbe essere troppo traumatica: «Mi sto preparando come in una normale stagione su strada, lavorando in palestra e usando sia la bici da strada che la MTB, anche se sto ovviamente prediligendo un po' di più quest'ultima rispetto agli anni scorsi – aggiunge Marengo -. I primi appuntamenti dovrebbero essere a fine febbraio, ma nei miei piani c'è anche il gravel, dal momento che alla Serenissima Gravel mi sono divertito e sono andato forte. Sarebbe bello guadagnare abbastanza punti per qualificarsi al Mondiale, che sarà ancora in Italia quest'anno».