Spesso per i sogni è più che sufficiente socchiudere gli occhi, appena appena. Ma se vi trovate dalle parti di Cambiago, non esitate a fare una puntatina a “LA Collezione di Ernesto Colnago”: sognerete ad occhi aperti.
È chiaro che ci vuole fantasia. È altrettanto vero che bisognerebbe essere predisposti al viaggio, ma è soprattutto necessario avere il tempo sufficiente per farsi trasportare, per immergersi completamente nel racconto. Se poi avrete la fortuna di intercettare quell’omino carico di ingegno e di energia purissima, allora siete a posto: siete nel posto giusto. Lasciatevi condurre nello spazio.
La Collezione è una suggestione, un’idea, un momento d’incontro e racconto, per ritrovarsi in una magnifica narrazione che ha mille sfumature e altrettante storie che ci hanno persino sfiorato, toccato e accarezzato. LA Collezione è il pretesto per mettere in fila non solo le 74 biciclette più iconiche di Ernesto Colnago, ma anche per riordinare i pensieri e presentare ufficialmente il progetto pensato e voluto da Alessandro Brambilla Colnago, il nipote del Maestro di Cambiago, al quale spetterà – in un giorno lontano, molto lontano – il compito di tenere viva la memoria del Maestro di Cambiago, un fuoriclasse della bicicletta che non ha creato semplici oggetti, ma piccole opere d’arte. «È stato il nostro regalo di Natale ai tanti appassionati e collezionisti che ci sono nel mondo – ci ha spiegato il Maestro di Cambiago, 91 anni il prossimo 9 febbraio – e questo nostro regalo, che altro non è che un museo, ha trovato la propria dimora dove ho cominciato con la mia bottega, in via Cavour. Qui, una settimana fa, ha preso forma e vita il mio, il nostro museo permanente. Mille metri quadrati nei quali sono state esposte 74 biciclette che hanno scritto la storia del ciclismo e della mia azienda (è stata venduta nel 2020, ndr), con i più importanti interpreti della storia dello sport più bello del mondo».
Questo spazio è un mix di emozioni: architettura e fotografia, maglie e biciclette, che hanno fatto conoscere il nome di Ernesto Colnago nel mondo. Ci sono i prototipi realizzati con gli ingegneri della Ferrari, oltre alla bici d’oro donata a Papa Wojtila (era il 29 agosto 1979, ndr). Non può mancare quella utilizzata da Eddy Merckx per stabilire il record dell’ora al velodromo Augustin Melgar di Città del Messico, 49,432 chilometri. Così come un posto speciale ce l’ha quella utilizzata da Tony Rominger, primatista dell’ora a Bordeaux nel 1994 con 55,291.
E se c’è uno spazio interamente dedicato alla Ferrari, che per oltre trent’anni ha collaborato con Colnago, non può mancare il tributo ad una delle squadre ciclistiche più forti di tutti i tempi: la Mapei. «Con la Mapei abbiamo scritto pagine indimenticabili di storia di ciclismo – racconta con orgoglio Colnago –. Con la formazione voluta da Giorgio Squinzi e da sua moglie Adriana Spazzoli, abbiamo vinto le Roubaix con il telaio in carbonio e la forcella dritta. In quel periodo ci davano tutti dei matti. Erano tutti convinti che il carbonio non avrebbe retto e che la forcella dritta avrebbe dato il colpo di grazia alle nostre ambizioni. Non solo abbiamo avuto ragione noi, non solo abbiamo vinto, ma per cinque anni consecutivi le nostre biciclette hanno trionfato sul pavé più famoso del mondo».
LA Collezione Ernesto Colnago è un viaggio in un passato fatto di futuro, settant’anni di storia del ciclismo attraverso fotografie inedite, installazioni multimediali, maglie di gara originali e bici protagoniste di imprese leggendarie. C’è la bici con il telaio Master in acciaio con cui Beppe Saronni vinse il Mondiale di Goodwood del 1982, quella in carbonio che Franco Ballerini portò per la prima volta in trionfo alla Parigi-Roubaix nel 1995. In ogni angolo o parete, c’è uno spaccato di storia: da Michele Dancelli a Gianni Motta, da Baronchelli a Rominger, per arrivare a Freire, Olano e Museeuw.
Il nipote Alessandro Colnago, direttore del Museo, ha portato avanti questo progetto bello e suggestivo, grazie al contributo dello studio Antonio Lanzillo & Partners (vincitore del Compasso d’oro 2020, ndr). «È uno spazio immersivo e interattivo, dove le biciclette sono il pretesto per rivivere emozioni – racconta rapito Alessandro Colnago Brambilla -. Per il momento le biciclette sono 74, ma ne abbiamo ancora tante in magazzino e con calma, a seconda dei periodi, la nostra idea è anche quella di mutare spazi dedicandoli di volta in volta a grandi corridori del passato o a grandi squadre come la Mapei.
LA Collezione riaprirà al pubblico martedì 10 gennaio: lunedì-giovedì ore 9.30-12.30 e 14.30-17.30; venerdì ore 9.30-13.30 e sarà necessario prenotarsi sul sito www.lacollezioneec.com, operativo dal 9 gennaio.