E allora vorremmo di novembre, d’altronde è più che naturale con il clima che stiamo vivendo, che il maggio del 2023 fosse ciclisticamente già qui. Con la ratifica appena promulgata di ben tre-tappe-tre in Campania del Giro d’ Italia, nella stagione che verrà.
Tre arrivi tre - Lago Laceno, Salerno, Napoli, questa Napoli magicamente ribadita come nell’edizione ultima -, se vogliamo come in fondo già accaduto nel 2013: Napoli, Ischia, Ascea. Ma tanto per essere pedanti, stavolta avremo pure la partenza, un via da Capua, per una quarta giornata di gara, a sigillare un primato almeno statistico di inedito valore storico. E il consolidarsi di un impatto tecnico-geografico che viene a illustrare una (inattesa) controtendenza di feeling fra il Giro e il territorio campano.
Un tempo requisitorie lancia in resta contro il Giro “nordista” che ci “snobbava”, ora invece porte aperte e tappeti pink a quell’evento sportivo ecumenico che garantisce sulle strade il tutto esaurito - il ciclismo non parla, come lo spettacolo, di “sold out” - e la sublimazione di un trionfo paesaggistico che nasce qui ben prima - ma dove eravate? - del comodo incentivo di una qualsivoglia, grande o minuta, bellezza. Nessuno deve tirarci la volata. Lo sprint è insito, senza soccorso suddito di un pur bel film, nella nostra passione.
A questo punto, però, perché questa inedita Campania tanto filociclistica non prova davvero a fare uno scatto di qualità e a proporre - amici o conoscenti della Regione, ci siete? - la ripresa del Giro della Campania? E sia ben chiaro, come il Dio del ciclismo comanda, di rango e qualità, senza velleitarie invenzioni di una stagione sola.
Noi campani che se non vinciamo uno scudetto ce la prendiamo con le stelle, o con il Potere costituito che è poi l’unica nostra sopita ambizione di trono, davvero dovremmo chiederci perché mai la Toscana, il Veneto, il Piemonte, il Lazio, la Lombardia ovviamente uber alles, abbiano il loro Giro ciclistico regionale per professionisti annuale, e noi invece no. E da oltre venti anni. Noi, remoti depositari di una storia non da fiction, vallo a spiegare ai conoscenti che contano, che il Giro di Campania riuscimmo a crearlo già nel 1911, appena due anni dopo il Giro d’ Italia….
E che vedremo valicare al Giro del 2023, nella Atripalda - Salerno, quel Chiunzi che ispirò giustappunto il contrattacco determinante di un Fausto Coppi in maglia iridata, per andare a raggiungere i battistrada e conquistare in volata all’Arenaccia il suo primo Giro di Campania, il 4 aprile del 1954. Secondo Bernard Gauthier, ma conta poco davvero.
E se il Giro d’ Italia del 2023 ammiccasse così - uno sguardo ed un sorriso - a un Giro della Campania del 2024?
da tuttoBICI di novembre