È d'argento l'Italia del quartetto che abdica e deve cedere il suo titolo mondiale alla Gran Bretagna. Jonathan Milan, Simone Consonni, Manlio Moro e Filippo Ganna hanno pedalato in 3.46.033 ma sono stati preceduti dal quartetto composto da Vernon, Wood, Bigham e Hayter che hanno chiuso in 3.45.829. Hayter è uno degli astri nascenti della Ineos, Bigham invece è l'ingegnere delle prestazioni della stessa Ineos, l'uomo che ha stabilito il record dell'ora prima di Ganna e che ha dimostrato una volta di più di essere un ottimo corridore.
La medaglia di bronzo è andata alla Danimarca (3.46.721) che nell'ultimo chilometro ha stroncato la resistenza dell'Australia (3.48.127).
«Siamo abituati a finali tiratissime - ha commentato a caldo Simone Consonni - e questa volta abbiamo perso. Complimenti ai britannici che hanno pedalato davvero molto forte. Ma dobbiamo essere orgogliosi di aver conquistato un bell’argento e di esserci confermati ai vertici della specialità. Siamo un bel gruppo, noi stradisti faciamo del nostro meglio per assicurare il nostro appoggio alla Nazionale. Ho corso tanto su strada in questo ultimo periodo, ieri Villa mi ha risparmiato il quartetto, oggi non sapevo nemmeno io quale potesse essere il mio rendimento. Ma ho dato il massimo come i miei compagni e il nostro impegno è quello di puntare dritti verso Parigi 2024».
Manlio Moro, al debutto mondiale: «Non ci si accontenta mai, ma non abbiamo niente da recriminare. Loro sono stati bravi a non mollare e a respingere il nostro tentativo di recupero negli ultimi giri».
Jonathan Milan a sua volta aggiunge: «Abbiamo dato tutto quello che avevamo per mettere in difficoltà la Gran Bretagna, ma loro sono stati bravi. Io sono contento di come sono andato alla partenza, devo ringraziare i ragazzi che mi hanno dato tanti consigli per gestire la partenza. Personalmente credevo di arrivare più vuoto, invece stavo bene e forse avrei potuto tirare un mezzo gro in più per lanciare i ragazzi».