Quello che sorprende di Francesco Busatto è la sua continuità. Da marzo a oggi si è sempre piazzato. Ed è un tipo che sorride anche dopo le sconfitte. Finora ha messo insieme qualcosa come nove secondi posti (Torino-Biella, GP Industrie del Marmo, Cerreto Guidi, Castelfidardo, Pinzolo 2°tappa Giro d'Italia U23, Giro del Friuli-3.tappa, Selva di Fasano, Polignano a Mare e classifca generale del Giro di Puglia, ndr) però non si scompone e non si lascia prendere dallo sconforto.
"Cose che succedono, ma non sono deluso anche se ovviamente un pò mi scoccia non essere riuscito a vincere - spiega Busatto, vicentino della General Store Essegibi F.lli Curia -. Sicuramente è stata una bella stagione però ancora non è finita, e le occasioni per tentare la scalata al successo ce ne sono. Ma se tornassi indietro ci metterei la firma per ripetere una stagione così.".
Alla vigilia della tua seconda stagione tra gli under 23 avresti mai pensato di correre il campionato del mondo?
"Non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello finchè non l'ho saputo due settimane fa. Sapere di far parte della Nazionale Italiana e correre il mondiale è più gratificante di una vittoria e dei tanti piazzamenti. E' una chance che hanno pochi corridori e io sono fra quelli".
Cosa ti aspetti da questa prima sfida iridata?
"In realtà non si sa chi correrà, la squadra è quella annunciata da Marino Amadori (il cittì, ndr) però anche i due della crono non è escluso che uno di loro possa correre la prova su strada. In ogni caso seguirò le indicazioni di Amadori e cercherò di dare il meglio e magari puntare ad entrare nelle fughe piuttosto che aspettare un arrivo in volata dove non sarei favorito".
Come hai scoperto la bici?
"A 8 anni da G2: la colpa è di mio fratello Matteo era il direttore sportivo di una squadra di Giovanissimi e il passo è stato breve. Ho iniziato per gioco ma strada facendo si è fatta sempre più intensa la passione ed ora eccomi qui nella rosa azzurra per il campionato del mondo".
Da quello che si è capito sei un corridore che non molla mai: dove devi migliorare?
"Penso nella gestione della tattica di gara. Dovrei azzardare di più, a volte mi viene la paura di perdere. Ho imparato soprattutto quest'anno che se voglio vincere devo crederci fino in fondo. Quello che so fare è andare in fuga, in corsa sono un combattente ma devo imparare a osare di più".
Una famiglia di sportivi i Busatto. Francesco è di Mussolente, nel Vicentino, ma è nato a Bassano del Grappa il 1° novembre 2002. Non ancora ventenne, il corridore veneto ha sei fratelli: Matteo e Marco i soli che prima di lui hanno gareggiato rispettivamente tra i dilettanti e gli juniores. Papà fa l'operaio, mamma la casalinga e sono i suoi primi tifosi. Il primo cartellino risale al 2010 con il Cycle Team Cassola 2000. Ha preso il diploma di Agraria, Enologia e Viticoltura presso l'Istituto Tecnico Industriale "Enrico Fermi" di Bassano del Grappa. Busatto è un passista scalatore, alto 171 centimetri per 58 chili.
Prima di chiudere la stagione, quale traguardo vorresti vincere?
"Mi piarecebbe molto vincere il Piccolo Giro di Lombardia. E' una gara che mi stimola, il percorso è nelle mie corde e mi piace moltissimo. Con la Nazionale l'anno scorso sono arrivato quindicesimo ma di questa corsa ho accumulato un bel ricordo e ci terrei davvero tanto ad arrivare a braccia alzate sul traguardo. Però c'è anche l'obiettivo, se correrò, di venerdì prossimo qui a Wollongong".
Che futuro ti immagini?
"Il mio sogno è arrivare al Professionismo. Se non dovesse andar bene, mi piacerebbe rimanere nell'ambiente. Una cosa che farei volentieri è quella del preparatore atletico. Di sicuro la farei bene".