La freccia del ciclismo italiano ha un nome e un cognome: Mattia Predomo, 18 anni, campione del Mondo e Ccmpione d'Europa della Velocità e del Keirin, Campione Italiano del KM e del Keirin. Sei titoli conquistati nell'arco di due mesi.
Mattia, te lo aspettavi?
"Sinceramente ci credevo, ho lavorato tanto e ringrazio soprattutto la mia squadra di club la Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino e il direttore sportivo Alessandro Coden per aver creduto in me e in questo progetto di crescita. Con loro ho avuto la fortuna di concentrarmi solamente sull'attività in pista dando il massimo nelle specialità che prediligo, il Keirin e la Velocità".
Dopo anni di sgomitate nel velodromi per prendere le misure ecco i trionfi che ti pongono ai vertici del ciclismo internazionale giovanile.
"Non sono un tipo che molla facilmente. Mi sono fatto strada a fatica e con grande impegno, ma dentro di me sapevo che ci sarebbe voluto un pò di tempo per arrivare a conquistare qualcosa di grande. Ero convinto dei miei mezzi, altrimenti non avrei fatto tanti sacrifici".
Perchè hai scelto la pista?
"La pista mi regala emozioni e naturalmente mi piace. Ho iniziato ad allenarmi con il mio amico Matteo Bianchi (l'azzurro U23 che ai recenti Europei di Monaco in 59"661 è diventato il primo italiano della storia a scendere sotto il minuto nel km con partenza da fermo, ndr) che mi ha spinto a scegliere questa disciplina. Prima facevo un pò di tutto, poi da allievo mi sono specializzato nella Velocità e nel Keirin. I risultati hanno fatto il resto".
Nella velocità sei l'unico italiano in grado di competere a grandi livelli. Quanto hanno influito i consigli e la vicinanza di un istruttore come Ivan Quaranta?
"Ivan è fondamentale e con lui impari a tener duro. Con i nuovi corsi diretti dal tecnico azzurro noi velocisti ci alleniamo due volte a settimana sulla pista di Montichiari dove pensiamo solo a migliorare e crescere. Grazie a Ivan abbiamo trovato gli stimoli giusti per alzare e livello e la prova l'abbiamo avuta correndo in Germania le gare internazionali del Lauf Brandeburgo CUP che sono servite moltissimo per capire e per mettere a fuoco il nostro livello di preparazione e degli avversari proprio in previsione dei mondiali".
Si poteva fare di più in Israele?
"Le possibilità c'erano. Per esempio nel Km da fermo, dove ho conquistato l'argento, è stato più che altro un test per capire se potevo andare bene o meno. E' andata meglio del previsto e abbiamo capito che questa è una specialità che mi si addice e sulla quale lavorare in futuro. Mi spiace invece per la Velocità a Squadre, per colpa mia (falsa partenza, ndr) siamo rimasti giù dal podio. Vedendo i tempi degli avversari una medaglia era sicuramente alla nostra portata".
Prima della fine della stagione ci sono i mondiali su pista della categoria Elite a Saint-Quentin-en-Yvelines, Francia. Si dice che parteciperai?
"C'è la possibilità che io li corra. Se così fosse non mi aspetto nulla di particolare, sono ancora juniores mentre in Francia avrò di fronte dei veri mostri sacri della velocità mondiale. Ci andrò soprattutto per fare esperienza e puntare a fare bella figura, un piazzamento tra i primi cinque sarebbe il massimo".
Pensi mai alle Olimpiadi?
"Eccome... Parigi 2024 resta in cima ai miei pensieri. E' un sogno che piano piano sta diventando realtà".
CHI E'
Mattia Predomo è nato a Merano il 13 agosto 2004 e risiede a Bronzolo nella provincia autonoma di Bolzano in Trentino Alto Adige. Studia al Liceo delle Scienze Umane Internazionale "Pascoli" di Bolzano. Ha iniziato da G1 con la società Mendelspeck (fino a G3) poi da G4 agli allievi con la Libertas Raffeisen Laives. Dal 2021 è con la Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino diretta da Alessandro Coden e Antonio Freschi. Si avvicinato al ciclismo grazie all'amico e attuale under 23 Matteo Bianchi e alla passione del nonno Cesare che lo segue in tutte le gare. Papà Luca lavora presso una ditta chi si occupa di produzione di accessori per le auto, mamma Patrizia Milan ha un negozio di ottica. Hanno praticato ciclismo anche la sorella Martina e il fratello Mirco.
Ha l'hobby della meccanica gli piace sporcare le mani. Velocista puro è alto 170 centimetri per 68 chilogrammi. Recentemente a Tel Aviv, Israele, si è laureato a Campione del Mondo su pista della Velocità trent'anni dopo l'oro di Ivan Quaranta ad Atene 1992, e del Keirin. Specialità queste due ultime di cui è anche Campione Europeo. Nel suo carnet stagionale ci sono pure il tricolore nel Km da fermo e nel Keirin. Inoltre è vice iridato del Km da fermo e medaglia di bronzo agli europei nella velocità a squadre. L'anno scorso ha vinto il tricolore velocità juniores, nel 2020 il tricolore velocità e del keirin con gli allievi.