E’ stata una tappa dal finale nervoso, quella che oggi ha chiuso la tre giorni di Tour in Danimarca. Una caduta ha spezzato il gruppo e chi è rimasto bloccato dal groviglio di bici ha perso secondi importanti per la classifica generale. Tra loro c’era anche Damiano Caruso, il siciliano della Bahrain-Victorious che ha tagliato il ritardo con un ritardo di 39”, proprio perché era rimasto bloccato dalla caduta.
«E’ stata una tappa tranquilla fino ad un certo punto, poi è arrivata nel finale una strettoia sul pavè, c'è stata una caduta e si è creato un buco. Io sono rimasto in piedi ma non potevo passare, mentre altri corridori sono finiti a terra. Quando abbiamo cercato di recuperare, si era già creato un buco, ma eravamo ormai troppo vicini all’arrivo e, anche se abbiamo pedalato fortissimo, non abbiamo potuto rientrare. La caduta? Mi ricordo delle barriere e il pavè al centro e poi una montagna di corridori a terra».
La Danimarca ha reso omaggio al Tour con tantissimo pubblico che ha fatto festa sulle strade della corsa e i corridori sono rimasti piacevolmente colpiti, per il tanto affetto ricevuto.
«E’ stata una partenza veramente bella e la Danimarca ci ha regalato uno spettacolo meraviglioso. Penso di non aver mai visto tanta gente sulle strade come questi tre giorni in Danimarca. Correre con tutto questo affetto fa veramente piacere. Forse la gente ieri si aspettava più spettacolo sul ponte, ma penso che siamo riusciti a far vivere grandi emozioni alla gente che ci ha seguito. Per me le cose non sono andate benissimo, ho perso forse un po' troppo tempo a cronometro e poi qualche secondo anche oggi. Ma io non sono qui per vincere il Tour e questo ritardo potrebbe non essere troppo influente sui miei obiettivi».
Questa sera la corsa gialla lascia la Danimarca e arriverà in Francia, dove dopo domani ripartirà con la frazione da Dunkerque a Calais. «Domani riordiamo le idee e pensiamo a come ripartire in Francia. Non abbiamo ancora pensato a come affrontare le prime tappe, è qualcosa su cui inizieremo a ragionare domani quando saremo tranquilli. Adesso pensiamo ad arrivare in Francia sereni e poi penseremo a tutto il resto».