Un'altra gioia per l'Italia del pedale, un'altra vittoria al Giro che arriva per merito di un ragazzo giovane. Dopo Dainese a Parma, fa festa Stefano Oldani, classe 1998, 24 anni compiuti il 10 gennaio, milanese di Busto Garolfo, da quest'anno in forza alal Alpecin Fenix.
«Sul traguardo ho vissuto una vera e propria un’ondata di emozioni, ho ripensato in un attimo al lavoro duro fatto per arrivare fino qui: ho fatto tanta altura, l'ultimo camp da solo sull’Etna, perché il resto della squadra andava in un hotel con camere ipobariche, loro possono, ma noi italiani no perché nel nostro Paese è considerata una pratica dopante. Volevo raggiungere questo obiettivi a tutti i costi e confesso che è stato più difficile mentalmente che fisicamente arrivare fin qui».
E ancora: «Questo successo mi ripaga dei grandi sacrifici fatti, ma è una super vittoria di squadra: abbiamo cercato di stare al fianco di Van der Poel, sapevamo che tanti corridori in fuga guardavano Mathieu e anche io, quando sono partito, pensavo di lavoare per lui. Poi la corsa è andata diversamente e mi sono conquistato questa vittora. Ma dico grazie alla squadra che mi ha aiutato tanto a crescere: ci sono stati degli errori, ne abbiamo parlato e abbiamo trovato le soluzioni insieme».
Oldani poi si racconta: «Sono arrivato al ciclismo grazie alla mia famiglia, mio padre correva ed il primo a seguire le due orme è stato mio fratello Matteo. Quando lui ha smesso ho iniziato io».
Papà Andrea ha corso fino alla categoria under23, senza riuscire a fare il salto tra i pro. Il riscatto per lui è arrivato con Stefano, che poco più che ventenne è stato chiamato in Belgio, la patria del ciclismo per diventare professionista. «In famiglia, quando hanno saputo che sarei diventato professionista erano tutti felicissimi. Il più contento è stato mio padre, perché con quel contratto aveva visto la realizzazione di quel sogno che per lui non c’è stato».
Il Belgio è la nazione più rappresentativa per il ciclismo, qui ci sono due formazioni storiche di World Tour, la Deceuninck Quick Step e la Lotto-Soudal e poi è arrivata la Alpecin-Fenix, la squadra del fenomeno Van der Poel. «Sono diventato professionista con una squadra del Belgio, la Lotto-Soudal e mi hanno dato modo di crescere bene e poi sono andato in Alpecin-Fenix. Questa squadra è molto adatta alle mie caratteristiche, con loro mi trovo veramente a mio agio e mi hanno sempre aiutato. Grazie a loro sono riuscito ad arrivare a questa vittoria».
Oldani ha avuto la possibilità di imparare da grandi corridori: «Come corridore sono stato fortunato, perché ho avuto la possibilità di correre con corridori, come Philippe Gilbert, Caleb Ewan, Thomas De Gent e John Degenkolb, uomini che hanno vinto tantissimo. Adesso corro al fianco di un altro grande campione, Mathieu Van der Poel, un corridore che ti aiuta sempre a trovare stimoli nuovi in corsa ed è bello poterlo aiutare a ottenere il successo».
Già al Giro dello scorso anno Stefano si era messo in mostra e adesso finalmente è arrivata la vittoria sulle strade di casa. Il milanese ha vinto un titolo italiano a cronometro da juniores, ed ha ottenuto diverse convocazioni con la nazionale e importanti piazzamenti al Tour de l’Avenir, il Giro di Francia riservato ai dilettanti. Vorrebbe diventare uno specialista delle Classiche e sembra che sia riuscito a prendere la strada giusta per questo. «Vado bene a cronometro e in salita riesco a stare con i migliori. Penso di aver capito che tipo di corridore voglio essere e la vittoria di oggi, è quel risultato che stavo aspettando e che mi da conferme sul lavoro che sto facendo».
Il lombardo ha vinto la sua prima tappa al Giro d’Italia, ma non si fermerà e continuerà a correre per portare a casa un altro successo prima dell’arrivo della corsa a Verona. «Naturalmente continuerò a lavorare per Mathieu e mi piacerebbe poter vincere ancora sulle strade del Giro. In futuro vorrei diventare un corridore da Classiche. Mi piace tantissimo la Liegi-Bastogne-Liegi, penso che sia la corsa più adatta a me e poi naturalmente il Giro di Lombardia».