Un attacco secco, portato sul pavé a venti chilometri dal traguardo: un'accelerata che non ha lasciato scampo agli avversari. Così Dylan Van Baarle ha messo il suo sigillo sulla Roubaix, così è volato via e tutto solo è entrato nel velodromo più famoso del mondo.
«È incredibile. Non riuscivo a crederci quando sono entrato nel Vélodrome - ha detto l’olandese a fine corsa -, ho guardato dall'altra parte del velodromo e ho visto che ero completamente da solo. In realtà quando l'auto della squadra è arrivata proprio davanti a me con Servais Knaven, allora ho veramente capito che avevo vinto, è davvero pazzesco, ho vinto una Classica Monumento».
Dylan van Baarle negli ultimi mesi ha ottenuto piazzamenti veramente importanti e tutti nel suo team erano certi che presto sarebbe arrivata per lui una vittoria in una Classica. Lo scorso settembre, al Mondiale in Belgio, era arrivato secondo alle spalle di Alaphilippe e al Giro delle Fiandre era arrivato secondo alle spalle di Van der Poel. Oggi per lui è arrivata la vittoria più bella e per questo ha voluto ringraziare tutta la sua squadra. «Era da tanto tempo che stavo cercando una vittoria in una corsa importante come una Classica. Ero arrivato secondo al Giro delle Fiandre e questo è già un risultato importante, ma vincere alla Parigi-Roubaix è qualcosa di veramente incredibile, non ho parole per descrivere quello che sto provando».
La Ineos-Grenadiers ha seguito la strategia che aveva deciso fin da questa mattina, cercando di rendere la corsa dura, per poter fare selezione e gestire al meglio il finale. «Sembrerà strano ma quello che abbiamo fatto oggi non era stato del tutto pianificato. Ma è andata così ed è andata bene. Volevamo correre mantenendo alta la concentrazione ed è esattamente quello che abbiamo fatto. Il nostro intento era soprattutto quello di non dover inseguire, ma gestire la corsa e andare all’attacco».
La Ineos-Grenadiers ha saputo gestire nel modo perfetto la corsa e quando mancavano 20 km dal finale l’olandese si è lasciato alle spalle i compagni di fuga e da solo è andato verso il traguardo. «Abbiamo corso con la squadra con l’intento di attaccare e dal momento in cui lo abbiamo fatto, ci siamo resi conto immediatamente di avere buone possibilità per arrivare fino in fondo. In corsa abbiamo avuto anche degli imprevisti e ho forato, ma siamo andati avanti lo stesso e abbiamo raggiunto il nostro risultato e questo è veramente fantastico».
Il team britannico ha saputo dominare la corsa e in ogni fase, aveva ben chiaro cosa fare, mettendo ogni uomo al posto giusto. «Volevamo rendere la corsa dura e l'abbiamo fatto. Kwiatkowski alla partenza mi aveva detto che si sentiva molto bene e questo mi ha dato molta fiducia. Non posso ringraziare abbastanza la squadra. Finora abbiamo avuto una grande primavera, ma sappiamo che continueremo a cercare altri risultati importanti».
La Ineos-Grenadiers appena la scorsa settimana aveva vinto proprio con Kwiatkowski l’Amstel Gold Race e con il giovane Magnus Sheffield aveva festeggiato il successo nella Freccia del Brabante. «Abbiamo lavorato duramente per questi risultati negli ultimi anni, ma abbiamo anche avuto sfortuna. E ora le cose si stanno muovendo nella giusta direzione e tutta la squadra sta raccogliendo i frutti del lavoro svolto».