Domani alla fine della Parigi-Nizza il gruppo non arriverà folto come quando è partito domenica scorsa: molte squadre sono state decimate da diverse forme virali, che hanno portato al ritiro di ben 40 corridori. E nmancano ancora due tappe...
Certamente ci sono anche gli sfortunati finiti a terra e che per questo sono stati costretti a fermarsi, ma la maggior parte dei corridori ritirati è stata vittima dei famosi malanni stagionali, quasi spariti negli ultimi due anni. La Israel Premier Tech è rimasta con uno solo uomo in corsa, il canadese Hugo Houle, unico sopravvissuto ai suoi 6 compagni.
In casa Alpecin-Fenix gli uomini rimasti sono appena tre, così come nella EF Education-Easypost e appena un po’ meglio negli altri team, ma tirando le somme e considerando e la difficoltà della tappa di oggi, con il terribile arrivo al Col de Turini, i ritiri potrebbero facilmente aumentare.
«Nel gruppo sono molti i corridori che hanno la tosse – ha fatto notare Van Aert –. Certamente questo preoccupa molto, ma dobbiamo anche notare che il Covid adesso è meno aggressivo». Ed ecco allora che si ripresentano quei malesseri stagionali che anticipano l’arrivo della primavera: non si tratterebbe però di virus specifici, perché la sintomatologia è molto varia, come la bronchite, che ha costretto Sonny Colbrelli a fermarsi, oppure raffreddori e sinusiti, senza contare che i virus intestinali non mancano mai.
Non si tratta di Covid, come detto, ma nel gruppo si continua a seguire sempre la stessa regola: stare ancora più attenti ai corridori con sintomi e indossare le mascherine come richiesto dai regolamenti UCI. Nelle squadre la guardia non si è mai abbassata e i corridori con sintomi da raffreddamento vengono comunque fermati e sottoposti a tampone e alcune squadre, hanno deciso che nei protocolli sanitari deve essere incluso anche un test cardiologico.